Omicidio Giulia Cecchettin: secondo l’accusa, Filippo Turetta aveva un piano per disfarsi di lei e la premeditazione emergerebbe dalla ricostruzione delle fasi precedenti e successive al delitto. Il giovane avrebbe studiato nel dettaglio come rapire l’ex fidanzata 22enne e ucciderla per poi occultarne il cadavere nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone.



L’imputato, reo confesso, avrebbe tenuto sul telefonino una lista del materiale che gli sarebbe servito a immobilizzare la vittima e ad assassinarla, per poi cercare di cancellare ogni traccia della sua azione e darsi alla fuga.

Il memoriale di Filippo Turetta dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin

In un memoriale di 80 pagine scritto in carcere, Filippo Turetta avrebbe ripercorso le tappe della sua relazione conclusa con Giulia Cecchettin e la sua ossessione per lei, parlando di circa 20mila foto della ragazza nel suo telefono e dell’azione omicidiaria consumata con 75 coltellate ai danni della 22enne.



Da quelle pagine, emerge la fotografia di un crimine agghiacciante: “Ero accasciato sopra di lei, era per terra e continuava a gridare forte. In quel momento volevo toglierle la vita. Non ne potevo più di sentirla urlare, volevo che la smettesse (…)“. Turetta avrebbe scritto inoltre di aver “iniziato a colpirla con il coltello” con l’intento “darle solo un colpo al collo perché fosse meno ‘doloroso’“, ma il disperato tentativo di difesa di Giulia Cecchettin lo avrebbe portato a “colpire più velocemente possibile” sferrando una lunga serie di fendenti che avrebbero raggiunto la vittima anche al volto e ad un occhio.



Omicidio Giulia Cecchettin, quando è prevista la sentenza

Il processo a carico di Filippo Turetta in Corte d’Assise di Venezia procede a ritmo spedito e la sentenza è prevista tra poche settimane, esattamente il prossimo 3 dicembre. Dalla morte di Giulia Cecchettin, uccisa l’11 novembre 2023 tra Vigonovo e Fossò, saranno trascorsi quasi 13 mesi e l’orizzonte che si staglia davanti al 23enne imputato è quello dell’ergastolo.

Nel giorno della sua deposizione in aula, era presente anche il padre della vittima, Gino Cecchettin, oggi impegnato in una serie di iniziative per il contrasto alla violenza sulle donne e al femminicidio. L’uomo ha dichiarato di aver ascoltato le parole di Filippo Turetta “senza odio o rabbia”, sicuro che la giustizia farà il suo corso.