Nella diretta odierna di Verissimo sarà ospitata Chiara Tramontano, sorella della Giulia Tramontano violentemente e brutalmente uccisa dal fidanzato Alessandro Impagnatiello in uno dei casi di cronaca nera più discussi e commentati dall’opinione pubblica – assieme a quello di Giulia Cecchettin, capitato solamente qualche mese più tardi – aiutando ad accendere un riflettore importante sul tema dei femminicidi: tra queste righe ci occuperemo proprio dell’omicidio di Giulia Tramontano, ricordandone tutti i passaggi più importanti e – soprattutto – la condanna recentemente impartita al reo confesso (dopo aver tentato di depistare senza successo le indagini) Impagnatiello.
Per ricordare nel dettaglio quanto accaduto a Giulia Tramontano dobbiamo – quasi ovviamente – tornare al principio di queste complessa vicenda, ovvero nella giornata di domenica 28 maggio 2023 quando Impagnatiello si presentò – dopo aver staccato regolarmente dal suo turno lavorativo in un albergo di lusso di Senago – dai Carabinieri per denunciare la scomparsa della ragazza che (raccontò agli inquirenti) aveva visto l’ultima volta quella stessa mattina in pigiama nel letto prima di recarsi al lavoro.
Come sempre in questi casi, il primo fascicolo aperto dagli inquirenti sulla scomparsa di Giulia Tramontano fu relativo ad un presunto allontanamento volontario al quale la famiglia della giovane non ha mai creduto volontariamente: una prima timida svolta arrivò proprio grazie alla sorella Chiara che si rivolse alla trasmissione Chi l’ha visto raccontando che il cellulare dalla ragazza risultava spento già dalla prima serata del giorno precedente quando – attorno alle 22 – scrisse l’ultimo messaggio alla madre dicendole che da lì a poco si sarebbe messa a dormire.
La realtà sulla sparizione di Giulia Tramontano: la confessione di Alessandro Impagnatiello e la condanna
Nel frattempo, il fidanzato di Giulia Tramontano iniziò a destare sempre più sospetti negli inquirenti che – alla fine – grazie ad un’analisi svolta nella sua auto individuarono tracce biologiche compatibili con la ragazza: immediatamente l’indagine venne tramutata nell’ipotesi di omicidio volontario e grazie all’analisi del telefono di Impagnatiello si scoprì una relazione parallela con un’altra donna con la quale in più occasioni aveva apertamente criticato e denigrato la fidanzata.
Interrogato per diverse ore, alla fine Impagnatiello ha confessato l’omicidio di Giulia Tramontano conducendo gli inquirenti al luogo in cui aveva abbandonato il cadavere del quale raccontò di aver provato senza successo a disfarsi in almeno due occasioni cercando di dargli fuoco, prima nella vasca dell’abitazione e poi in cortile; mentre dall’autopsia su Giulia Tramontano vennero fuori anche tracce di veleno per topi e il decesso fu ricollegato al dissanguamento a causa di 37 coltellate non letali inflitte da Impagnatiello.
L’ultimo capitolo della triste vicenda di Giulia Tramontano – che, lo ricordiamo, morì portando in grembo un bambino di sette mesi – si è giocato nei giorni scorsi in tribunale, con la Corte che ha riconosciuto Impagnatiello colpevole di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, della crudeltà, dei futili motivi (poi esclusi), del vincolo di convivenza, ma anche di interruzione non consensuale di gravidanza ed occultamento; con una pena all’ergastolo.