Omicidio Giusy Potenza: a Detectives, il programma di Pino Rinaldi in onda su Rai 3 in seconda serata, domenica 3 novembre si affronta il caso della 14enne uccisa nel 2004 a Manfredonia, in provincia di Foggia. Per il delitto, condotto con modalità particolarmente efferate, è stato condannato un cugino del padre della minorenne, Giovanni Potenza, reo confesso.



Secondo la ricostruzione, Giusy Potenza sarebbe stata massacrata con una pietra, la testa fracassata e il volto sfigurato, infine abbandonata su una spiaggia e ritrovata senza vita all’alba del 13 novembre 2004 dopo una notte di ricerche. Il cadavere sarebbe stato individuato dai genitori e da alcuni amici nei pressi di una scogliera. Appena un mese dopo la morte di Giusy Potenza, gli investigatori avrebbero fermato il parente che porta lo stesso cognome. Stando alla sua confessione, l’avrebbe uccisa per impedire che rivelasse alla moglie la loro relazione clandestina.



Omicidio Giusy Potenza: il processo e la condanna al cugino Giovanni Potenza

L’omicidio di Giusy Potenza sconvolse la provincia di Foggia e resta impresso nelle cronache come un delitto particolarmente cruento. A uccidere la 14enne sarebbe stato il cugino del padre che lei sarebbe stata solita chiamare “zio”, Giovanni Potenza, reo confesso e finito a processo e infine condannato in via definitiva.

L’uomo all’epoca aveva 27 anni, era sposato e padre di due figlie e sarebbe stato incastrato dal DNA. Il movente da lui descritto sarebbe di tipo passionale: disse di non voler continuare la relazione clandestina e che la minore avrebbe minacciato di rivelare tutto alla moglie. Una versione a cui la famiglia della vittima non avrebbe mai creduto, ritenendo impossibile che tra i due vi fosse un rapporto. Giusy Potenza sarebbe stata massacrata con una pietra, colpita ripetutamente alla testa senza pietà. Per l’omicidio, il reo confesso è stato condannato a 30 anni di reclusione.



L’ipotesi di complici nell’omicidio di Giusy Potenza e il suicidio della madre

Per la famiglia di Giusy Potenza, la verità non è venuta completamente a galla e non si esclude la riapertura delle indagini per chiarire l’eventualità di un coinvolgimento di altre persone nel delitto. L’ipotesi di complici non ha mai abbandonato la scena e ci sarebbero diversi elementi, secondo l’avvocato dei parenti, Innocenza Starace, a rafforzare questa pista.

Nel dramma di Giusy Potenza c’è un’altra tragedia: la madre della 14enne, Grazia Rignanese, si sarebbe suicidata il 24 ottobre 2005 mentre era incinta al settimo mese. Un anno dopo la perdita della figlia, uccisa brutalmente dal cugino del padre. Per il legale dei parenti della ragazzina, l’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una violenza sessuale e il reo confesso potrebbe aver coperto altri soggetti. Giovanni Potenza, in carcere dal 2004, anno del delitto, nel 2023 avrebbe chiesto perdono alla famiglia della piccola Giusy. Il nonno materno della minorenne, riporta Ansa, avrebbe aperto a questo orizzonte ma solo se l’assassino rivelerà “chi sono i suoi complici”.