OMICIDIO MAURIZIO GUCCI, PATRIZIA REGGIANI: LA VENDETTA CONTRO L’EX MARITO CHE L’AVEVA LASCIATA…
Sono passati 26 anni dall’omicidio di Maurizio Gucci, ma il delitto riveste ancora un grande interesse, infatti è tra i casi riproposti oggi nella replica del programma tv “Il terzo indizio”, in onda su Rete 4. Ma lo suscita anche Patrizia Reggiani, come dimostra anche la prossima uscita del film “House of Gucci” in cui è Lady Gaga a interpretarla. Lady Gucci è stata condannata quale mandante dell’omicidio del marito e per questo ha trascorso 17 anni in carcere. Nonostante ciò, non ha mai rinnegato nulla del suo passato. «Facevo una vita incredibile», ha raccontato la 72enne nel documentario trasmesso da Discovery+. Dietro il delitto ci sono anni di litigi e accuse. Tutto comincia con la decisione di Maurizio Gucci di lasciarla dopo 13 anni di matrimonio vissuti nel lusso estremo e con due bambine piccole. Subentrò pian piano il rancore. I due si separarono, ma le cose cambiarono davvero quando lui le chiese il divorzio, perché aveva una nuova compagna, Paola Franchi. Cominciano così le liti.
«Sei un’escrescenza deforme, sei un’appendice dolorosa […] l’inferno per te deve ancora venire», disse ad esempio al marito nel corso di una telefonata. Si arrivò ad un accordo di divorzio stellare, per il quale ottenne qualcosa di equivalente ad un milione di euro all’anno. Fu quando l’ex marito decise di sposarsi di nuovo che in Patrizia Reggiani cominciò a farsi strada l’idea di farlo uccidere.
PATRIZIA REGGIANI E IL CARCERE, “STAVO BENE…”
Era il 1994 quando Patrizia Reggiani cominciò a chiedere a tutti se c’era qualcuno che avrebbe avuto il coraggio di uccidere il marito. «Io ho un difetto, non so mirare e non conosco la portata di una pistola: non lo potevo fare da sola. E ho trovato questa “Banda Bassotti” che me lo ha fatto», ha raccontato Lady Gucci. A questo punto entrano in scena l’amica Pina Auriemma, diventata sua nemica, e tre uomini condannati con loro per l’omicidio, che avvenne la mattina del 27 marzo 1995 con tre colpi di pistola sparati nell’androne di casa. Solo dopo due anni e un’indagine cinematografica per scoprire la verità che sconvolse Milano. «Non pensavo che mi avrebbero beccato», disse Patrizia Reggiani. E invece arrivarono processi e condanne, quindi i 17 anni trascorsi nel carcere di San Vittore. Un’esperienza che ricorda come se fosse stata quasi una lunga vacanza. «Mi sono trovata benissimo lì, sono stati anni di pace: dormivo, mi lavavo e scendevo giù in giardino, avevo un trattamento speciale». Durante la reclusione ebbe un furetto e rifiutò la semilibertà, perché non aveva mai lavorato e non aveva intenzione di cominciare a farlo. Ora vive circondata da collaboratori che l’aiutano a gestire il patrimonio, le figlie invece non vogliono più avere a che fare con lei.