Dopo un anno di silenzi, Mirto Milani e le due figlie di Laura Ziliani, Paola e Silvia Zani, hanno confessato il loro coinvolgimento nel delitto. Il caso è stato al centro della puntata di Iceberg Lombardia, nel corso della quale è intervenuto in collegamento anche il sindaco di Temù. La comunità attendeva da tempo la confessione del trio che non ha di fatto manifestato alcuna sorpresa. Il primo cittadino Giuseppe Pasina ha commentato in collegamento con la trasmissione: “Dal primo momento io avevo detto che era stata così, avevo iniziato ad avere questo dubbio e questa certezza sin dalle prime volte che avevo sentito qualche amico, ma in particolar modo l’amica di Laura che mi aveva fatto questa confessione, secondo la quale Laura durante la sua ultima gita alpinistica a Pasqua aveva confessato all’amica che era preoccupata perché lei voleva fare le divisioni immobiliari ma purtroppo aveva avuto la contrarietà delle due figlie che le avevano fatto paura”, ha svelato.
Dopo la scomparsa di Laura Ziliani e l’avvio delle ricerche, “avevo detto che se fosse ancora nel territorio di Temù è perché era coperta da tre-quattro centimetri di terra”, ha aggiunto il sindaco per il quale i soldi e l’eredità hanno sempre rappresentato il motore dell’omicidio dell’ex vigilessa. Come svelato ancora dal sindaco, l’intenzione della vittima era di destinare maggiori proprietà ad una terza figlia – che nulla ha a che fare con il caso di cronaca -, Lucia, la quale ha delle problematiche.
Omicidio Laura Ziliani, tutti confessano: Taormina “conta chi ha istigato”
Il primo a crollare e ammettere l’omicidio di Laura Ziliani è stato Mirto Milani, dando il via alla clamorosa svolta dopo la chiusura delle indagini. E’ poi toccato alle due figlie della vittima rilasciare le prime ammissioni in carcere. Trova così conferma l’impianto accusatorio della procura di Brescia. Nelle stesse ore dalla confessione, come svela la trasmissione Iceberg Lombardia, è emerso un nuovo raccapricciante dettaglio: a poca distanza dal luogo del ritrovamento del corpo di Laura Ziliani, i tre avrebbero scavato una profonda buca, forse proprio lo stesso giorno dell’omicidio. E’ possibile che proprio lì, secondo il piano diabolico, il trio immaginava di occultare il corpo della donna.
A commentare il caso è stato l’avvocato Carlo Taormina, in studio, il quale ha dichiarato: “Io ritengo che la confessione risolva molti problemi anche agli inquirenti perché c’erano dei vuoti che andavano riempiti. Adesso il problema è vedere come è hanno articolato le responsabilità, chi è stato l’istigatore e chi l’esecutore materiale”. “La dinamica conta fino a un certo punto, qui conta chi ha istigato”, ha aggiunto l’avvocato Taormina. “Dagli interrogatori bisognerà accertare. Se non c’è un istigatore la pena è la stessa e qui c’è premeditazione a non finire e sono tre ergastoli. Se c’è l’istigatore è diverso perché ha condizionato gli altri nella consumazione del reato”, ha spiegato ancora il legale. Il sindaco di Temù ha infine concluso: “Siamo felici che finalmente sia venuta fuori la verità, noi siamo stati offesi, l’immagine è quella che è, noi appena possibile come comune di Temù ci costituiremo come parte offesa per togliere un po’ di denaro a questa gente e devolverlo a quegli uomini che hanno speso giornate, tempo e fatica nel cercare il corpo di Laura Ziliani”.