Dal Tribunale di Brescia va in scena il processo per l’omicidio di Laura Ziliani. “L’idea è venuta a me e al mio fidanzato Mirto”, dice la figlia Silvia in Aula. La donna conferma la prima versione data: “L’abbiamo uccisa perché mia madre voleva ucciderci. Abbiamo trovato nel latte della varechina. Forse perché lei non voleva noi figli”. L’inviato di Storie Italiane rivela che la figlia della donna uccisa ha confermato che lei e il fidanzato volevano che fosse una cosa veloce ma così non è stato. Laura è stata uccisa con dei medicinali e poi soffocata con un sacchetto di plastica.
Massimo Lugli, ospite in Studio, commenta: “Non ho mai visto tante aggravanti in un processo penale. Qui la psichiatria non ferma, l’ipotesi dell’infermità mentale non regge. Stanno tentando una specie di legittima difesa tardiva. Questo non è un crimine d’odio ma di soldi. Questi vogliono beccarsi l’eredità. Già in precedenza ci hanno provato”.
Laura Ziliani, le figlie avevano già provato a ucciderla
L’inviato di Storie Italiane, in collegamento dal processo per la morte di Laura Ziliani, spiega: “Silvia sta parlando e sta raccontando tutto. Non so come sarà organizzata la difesa, hanno due avvocati diversi con Mirto. Quando non eravamo collegati ha chiesto a chi è venuta l’idea e Silvia ha detto che è venuta ad entrambi, probabilmente guardando delle serie televisive. Si sono documentati su come non lasciare tracce di DNA. L’idea delle medicine pare che sia stata di Silvia”.
Come confermato da Silvia, ci sarebbero stati altri tentativi di uccidere Laura Ziliani: la donna ha parlato persino di antigelo, che avrebbero utilizzato per provare ad avvelenarla. Anche tre settimane prima dell’omicidio, le figlie hanno tentato di avvelenarla mettendo dei farmaci in un dolce.