Omicidio Laura Ziliani: quale il vero movente?
Mirto Milani ha confessato di aver ucciso Laura Ziliani “per amore”. Ma quale sarebbe il vero movente? Per l’avvocato Carlo Taormina, intervenuto nel corso della trasmissione Iceberg Lombardia, il movente sarebbe assolutamente economico. “E’ veramente vergognoso il pianto istericamente finto della signorina quando cercava la madre quando sapeva di averla uccisa”, ha commentato Silvana Giacobini. “Non hanno pentimento, quindi come movente resta l’avidità”, ha aggiunto la giornalista. Le due figlie, di contro, avrebbero smentito nella loro confessione il movente economico ammettendo di aver ucciso la madre “perchè ci faceva sentire inadeguate e grasse”. “Questo è il caso classico dei motivi futili”, ha aggiunto l’avvocato Taormina.
A commentare il caso è stata anche la psicologa e psicoterapeuta Maria Anna Casale: “Io ritengo che i tre ragazzi siano state sempre persone molto fragili e deboli e hanno unito le loro fragilità creando un’unica persona malvagia e unendo i loro singoli tormenti individuali”. (agg. di Emanuela Longo)
Omicidio Laura Ziliani, attesa per la decisione del gup
Lo scorso lunedì 27 giugno, il tribunale di Brescia ha accolto l’udienza preliminare sull’omicidio di Laura Ziliani, terminata però velocemente con un rinvio al prossimo 4 luglio. Quella è stata anche l’occasione durante la quale Paola e Silvia Zani, figlie della vittima e Mirto Milani, fidanzato della maggiore, si sono ritrovati dopo il loro arresto avvenuto lo scorso 24 settembre. Tutti e tre sono accusati di aver ucciso la donna di Temù e proprio lo scorso maggio, ad un anno dall’omicidio, il trio ha confessato le proprie responsabilità, in concomitanza con la chiusura delle indagini. Nel corso della prima parte dell’udienza preliminare, il fratello, la madre e la terza figlia di Laura Ziliani (la secondogenita) si sono costituiti parte civile. Al momento invece le difese dei tre indagati non avrebbero avanzato alcuna richiesta di perizia.
Adesso toccherà al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Brescia, Gaia Sorrentino, esprimersi sul rinvio a giudizio a carico dei tre indagati, così come avanzato dalla Procura. Dopo le loro confessioni appare ormai inevitabile. A proposito della confessione, Mirto Milani aveva detto agli inquirenti: “Le abbiano dato i farmaci, poi le abbiano messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiano stretto le mani al collo”.
Laura Ziliani, la confessione di Mirto Milani al compagno di cella
La confessione di Paola e Silvia Zani, figlie di Laura Ziliani, era giunta a poche ore di distanza da quella di Mirto Milani. Per gli inquirenti si sarebbe trattato di un piano pianificato nei minimi dettagli. Basti pensare che solo pochi giorni prima avevano già tentato di uccidere la donna, ex vigilessa di Temù, ma erano solo riusciti a stordirla per due giorni, come raccontò lei stessa ad una amica. Proprio durante l’udienza preliminare, inoltre, sarebbero emersi altri inquietanti particolari.
Stando a quanto reso noto da PrimaLecco.it, pare infatti che Mirto Milani avesse confidato al compagno di cella, nel carcere di Canaton Mombello dove è detenuto dallo scorso settembre, dei particolari shock alcune confessioni sul delitto di Laura Ziliani: “Ho scavato la fossa per seppellire Laura Ziliani”, avrebbe detto Milani. Parole, le sue, che andrebbero a definire meglio anche il suo ruolo nell’ambito dell’omicidio di Temù. Proprio le sue confidenze all’uomo e compagno di cella avrebbero tradito il fidanzato della figlia maggiore della Ziliani (ed amante della minore).