Via libera alla perizia psichiatrica per Paola e Silvia Zani e Mirto Milani, in carcere con l’accusa di aver ucciso la madre, l’ex vigilessa Laura Ziliani. A quasi un anno dall’arresto delle sorelle e del fidanzato della maggiore, ma amante anche della più piccola, i legali degli indagati hanno ottenuto la perizia psichiatrica. Quindi, nei prossimi giorni uno psichiatra incontrerà i tre, come disposto dal presidente della I sezione penale Roberto Spanò del tribunale di Brescia. Quindi, i consulenti della difesa dovranno stabilire se le figlie di Laura Ziliani e Mirto Milani erano in grado di intendere e di volere.



L’esito della perizia sarà fondamentale per il processo, il cui inizio è previsto il prossimo 27 ottobre in Corte d’Assise a Brescia. Potrebbe essere, quindi, determinante per uno sconto di pena. Lo scorso maggio era arrivata la loro confessione. Il primo a parlare è stato Mirto Milani. Lo ha fatto prima al suo compagno di cella, poi agli inquirenti. Agli inquirenti ha spiegato che Laura Ziliani è stata uccisa l’8 maggio 2021 nella sua casa di Temù, poi il cadavere è stato seppellito vicino al fiume, dove è stato ritrovato l’8 agosto.



OMICIDIO LAURA ZILIANI, VIA LIBERA A PERIZIA PSICHIATRICA

Nel corso delle indagini la procura ha ricostruito il piano criminale di Paola e Silvia Zanni e Mirto Milani. La notte dell’omicidio gli indagati hanno fatto bere alla donna una tisana, dove erano stati messi dei farmaci, poi l’hanno soffocata. Quel che non era chiaro è chi avesse commesso fisicamente l’omicidio: era ancora tutto da svelare. Poi la confessione di Mirto Milani: “Le abbiano dato i farmaci, poi le abbiano messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiano stretto le mani al collo“, questa la sua ricostruzione.



Poi le due sorelle hanno confermato la dinamica. All’origine del terribile gesto ci sarebbero motivi di tipo economico, legati al patrimonio immobiliare di famiglia. Ora la notizia del via libera alla perizia in carcere di uno psichiatra, indicato dalla difesa come consulente di parte, il quale dovrà studiare personalità, carattere e capacità di intendere e volere del trio al momento dell’omicidio dell’ex vigilessa di Temù e madre delle due ragazze.