La morte di Laura Ziliani, la vigilessa trovata priva di vita nel Bresciano nel corso dell’estate tiene banco nei salotti televisivi italiani. Nel corso della trasmissione “Ore 14”, in onda su Rai2, emergono nuovi dettagli e possibili piste nel giorno in cui Paola e Silvia Zani, figlie della donna, e Mirto Milani si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del gip in carcere. In studio la criminologa Roberta Bruzzone e il magistrato Valerio De Gioia hanno provato a far luce sul caso, ma a far notizia sono le parole di una testimone.



La donna, che è stata identificata col nome di Nicoletta, è stata sentita dalla redazione del programma al quale ha svelato di essere in contatto giornaliero con la terza figlia di Laura Ziliani, Lucia, che ogni giorno la chiama disperata chiedendo aiuto. La testimone, riporta il conduttore Milo Infante, ha raccontato dei particolari su Mirto Milani: “In tanti anni non mi ha mai salutata, lo salutavo e lui non ricambiava tanto che ho rinunciato perché ho capito che non avrebbe mai risposto al mio saluto”. A stupire la donna è il gesto fatto da Mirto domenica 9 maggio, il giorno dopo la scomparsa della vigilessa: “Mi ha presa per mano e fatto entrare a casa, mi ha fatto vedere la torta. Era bellissima, con tante rose fatta di pasta di zucchero”. La donna ha chiesto all’uomo se era comprata, lui ha risposto: “No, l’hanno fatta Paola e Silvia che sono brave e hanno fatto questa torta meravigliosa”.



Omicidio Laura Ziliani: “Erano ragazze intelligenti, saranno state influenzate”

Cercando di ricostruire l’omicidio di Laura Ziliani la criminologa Roberta Bruzzone ha spiegato: “Quando uno depista diventa gentilissimo, è una cosa che osserviamo spesso. L’occultamento del cadavere può regalarci molte sorprese, la decisione di tutti e tre di avvalersi della facoltà di non rispondere potrebbe cercare di salvare un complice. A questo punto cos’hanno da perdere? Alla fine si sta parlando di ergastolo dritto per dritto, non hanno via di scampo, a questo punto prendere una piena confessione potrebbe umanamente alleggerire la situazione. Come mai non dici niente? La situazione è irrecuperabile e irreversibile, forse nel racconto investigativo manca qualcosa e non vuoi essere tu a svelarlo”.



Un prete, che conosce bene Paola e Silvia Zani, ha descritto le due giovani: “Erano ragazze molto riservate tutte e due, molto intelligenti ma molto riservate. Meno riservata era la seconda figlia, Lucia, che è molto affabile. Erano ragazze normalissime, come tutte le altre con una differenza che queste erano molto intelligenti. Erano molto sveglie, specialmente Paola. Qui non c’è una motivazione, può darsi che siano state influenzate da qualcuno”.

Testimone oculare: “Visto ragazzo e ragazza nel bosco, seguiti col binocolo”

Al centro della discussione a “Ore 14” ci sono anche le parole di un vicino che avrebbe visto Mirto e una delle due sorelle camminare in maniera sospetta sulla strada che costeggia il bosco di Temù: “Ho notato una ragazza e un ragazzo, dell’età apparente di circa trent’anni, che giungevano lungo la via Saletti, dal campo di calcio verso Ponte di legno. I due avevano raggiunto l’inizio della macchia boschiva, dove si trovava un piccolo capanno di metallo, e si fermavano lungo la strada guardandosi intorno. Subito dopo il ragazzo si addentrava all’interno della macchia boschiva, mentre la ragazza proseguiva a piedi lungo la strada, continuando di tanto in tanto a guardare il ragazzo, parzialmente nascosto dalla vegetazione. Quindi ho tirato fuori il binocolo e ho cominciato a seguirli attentamente.”

“Mentre il ragazzo proseguiva la marcia all’interno della macchia, riuscivo a intravederlo in mezzo agli alberi non troppo fitti, la ragazza faceva movimenti che mi hanno fatto pensare che non si volesse far riconoscere. Intendo dire che, al passaggio di un veicolo sulla via Saletti la ragazza si è girata e si è piegata fingendo di raccogliere qualcosa da terra” ha spiegato il vicino testimone. Poi gli ulteriori dubbi: “La ragazza è giunta sino al cassonetto del verde, posto quasi all’incrocio tra la via Saletti e l’ingresso del condominio sito nei pressi del boschetto. A circa dieci metri dal cassonetto, ho notato il ragazzo risalire dal canaletto sulla sede stradale. I due si sono quindi riuniti e a braccetto si sono allontanati in direzione Temù. Ho notato adagiata a terra una scarpa di colore violetto con delle strisce di colore arancio, posso dire con sicurezza che si trattava di una scarpa per piede sinistro”.