L’omicidio di Lavinia Ailoaiei, 18enne di origine rumena, è avvenuto la notte tra il 6 e il 7 settembre 2013 in un motel del Varesotto. Il corpo privo di indumenti è stato ritrovato in un campo di granturco di San Martino in Strada, in provincia di Lodi, abbandonato subito dopo il delitto.
Sul volto di Lavinia Ailoaiei c’era un asciugamano con il logo della struttura ricettiva in cui, la sera precedente, aveva incontrato un suo cliente, Andrea Pizzocolo, che era solito frequentare prostitute e alberghi sotto falsa identità per “proteggere” la sua doppia vita. Sarebbe stato proprio l’asciugamano a mettere gli investigatori sulle tracce dell’assassino, reo confesso subito dopo l’arresto.
Andrea Pizzocolo, il ragioniere killer condannato per l’omicidio di Lavinia Ailoaiei
Andrea Pizzocolo aveva il profilo del perfetto insospettabile: di giorno, ragioniere in un’azienda e padre di famiglia, di notte assiduo frequentatore di motel e prostitute a caccia di incontri intimi estremi. Al momento dell’omicidio di Lavinia Ailoaiei, aveva una compagna e una figlia piccola. Nessuno avrebbe mai immaginato cosa si celava dietro la sua maschera da comune impiegato di provincia, fino alla confessione choc.
Per la morte della 18enne, Andrea Pizzocolo è stato condannato in via definitiva all’ergastolo, ma ha continuato a sostenere di non aver premeditato il delitto. Secondo gli investigatori, avrebbe cercato di strangolare la vittima con le stesse fascette da elettricista già il giorno prima dell’omicidio. Avrebbe poi abusato del cadavere e filmato tutto con delle telecamere nascoste nella stanza del motel in cui si sarebbe consumato l’orrore.
Omicidio Lavinia Ailoaiei: Andrea Pizzocolo condannato anche per truffa
Nel 2020, Andrea Pizzocolo ha incassato un’altra condanna oltre quella per l’omicidio di Lavinia Ailoaiei. Processato per truffa, sarebbe stato riconosciuto responsabile anche di appropriazione indebita con una pena definitiva a un anno e 5 mesi di reclusione. Secondo i giudici di Milano, il ragioniere killer speso più delle proprie disponibilità per sostenere i suoi vizi tra motel e incontri sessuali a pagamento.
Le indagini della Squadra mobile, riporta primamilanoovest.it, avrebbero fatto emergere trasferimenti di denaro dal conto dell’azienda al suo, in un periodo compreso tra il 2007 e il 2013 (anno del delitto) per un totale di circa 600mila euro.