L’omicidio di Lida Taffi Pamio sarà al centro della sesta ed ultima puntata di Detectives – Casi risolti e irrisolti, il programma di Giuseppe Rinaldi in onda nella seconda serata di Rai2. Tutto parte da un omicidio avvenuto di una donna di 87 anni strangolata e poi uccisa a coltellate il 20 dicembre 2012, nella sua casa di Mestre. La vittima, come rammenta il Corriere del Veneto, fu trovata dal genero con due coltelli piantati nel corpo, un cavo attorno al collo, una botta in testa data con uno schiaccianoci e della carta in bocca. Sul piano giudiziario fu uno dei casi più emblematici e strani degli ultimi anni in Veneto.



Per quel fatto, un anno dopo fu arrestata Monica Busetto, vicina di casa della vittima ed operatrice socio sanitaria,  che si è sempre proclamata innocente. La donna fu condannata nel 2014 a 24 anni di reclusione dalla Corte d’Assise, al termine del primo grado, all’ergastolo in Appello, infine a 25 anni con un doppio passaggio in Cassazione. La donna fu considerata colpevole in seguito al rinvenimento di alcune tracce di Dna della vittima rinvenute su una catenina che custodiva in casa e che era stata sottratta alla 87enne.



OMICIDIO LIDA TAFFI PAMIO: ACCUSE A BUSETTO E ARRESTO LAZZARINI

Monica Busetto, secondo l’accusa, sarebbe entrata nell’appartamento di via Vespucci ed avrebbe inferto le ultime coltellate all’anziana donna Lida Taffi Pamio. Inizialmente l’operatrice era stata ritenuta la sola responsabile del delitto ma poi il vero colpo di scena avvenne nel 2016, quando Susanna “Milly” Lazzarini confessa l’omicidio. Solo un anno prima del delitto di Pamio, un altro terribile omicidio aveva scosso la città di Mestre. Il primo gennaio 2016 per l’uccisione di Francesca Vianello, 81 anni, strangolata in casa della vittima in Corso del Popolo fu arrestata proprio Milly Lazzarini, poi condannata a 30 anni. Quando si autoaccusò anche del delitto Pamio, la Busetto fu dunque scarcerata. Poco dopo però la Lazzarini ritrattò la sua precedente confessione accusando l’operatrice socio sanitaria di averla aiutata nell’omicidio della 87enne e che avrebbero ucciso insieme a coltellate, collocandola sulla scena del delitto. La sua nuova versione fu confermata anche davanti alla Corte d’Assise d’Appello.



LA CONDANNA IN CASSAZIONE

Le accuse della Lazzarini hanno portato nel gennaio 2020 la Cassazione a condannare Monica Busetto alla pena di 25 anni in via definitiva. Un mese prima, la Lazzarini godendo anche dello sconto previsto dal rito abbreviato era stata invece condannata in Appello a 20 anni di reclusione. L’inchiesta e l’efferato delitto della Pamio sono stati caratterizzati da numerosi colpi di scena. I legali della Busetto, oggi nel carcere di Verona, continuano a lavorare a una possibile revisione del processo sebbene non sia affatto cosa semplice. Lei, intanto, continua a definirsi “una persona per bene, semplice, non certo un’assassina”, come ribadito dai suoi legali. Di recente, come riferisce Il Gazzettino, il caso Monica Busetto è finito sul tavolo della Corte europea dei diritti dell’uomo poiché la difesa dell’ex infermiera ha ufficialmente formalizzato il ricorso alla Cedu di Strasburgo. Anche dopo la Cassazione, i due avvocati della donna, Stefano Busetto e Alessandro Doglioni non sono stati disposti ad accettare la sentenza al punto da aver deciso di affidarsi al tribunale europeo per quella che sarà davvero l’ultima parola.