Confermato in appello l’impianto accusatorio per l’omicidio di Luca Sacchi, avvenuto a Roma nell’ottobre del 2019: i giudici hanno ribadito i 27 anni di reclusione per l’autore materiale dell’assassinio Valerio Del Grosso e hanno ridotto a 14 anni e 8 mesi la pena per il complice Paolo Pirino e per Marcello De Propris, che ha consegnato l’arma del delitto. Confermati anche i 3 anni di carcere per la fidanzata di Luca Sacchi, Anastasiya Kylemnyk, accusata di violazione della legge sugli stupefacenti.



Subito dopo la sentenza, nei corridoi della Corte di Appello di Roma è scoppiata la rissa tra i familiari di alcuni imputati. Dopo la lettura del dispositivo, nei pressi dell’aula al secondo piano del palazzo, sono stati registrati momenti di tensione con scambi di accuse tra i familiari e gli amici di alcuni imputati. Necessario l’intervento delle forze dell’ordine per ripristinare la normalità, allertati dalle urla e dalle richieste di intervento dei cancellieri.



Omicidio Luca Sacchi, confermate le condanne

“È stata una giornata pesante e con tanta ansia”, ha detto Alfonso Sacchi, padre di Luca, dopo la lettura della sentenza in corte d’appello: “Siamo soddisfatti per la conferma della pena a Valerio Del Grosso, è andata troppo bene a Paolo Pirino che era in macchina con lui e sapeva che era armato”. I genitori della vittima si sono detti soddisfatti perché ha retto l’impianto accusatori per l’esecutore materiale dell’omicidio. Così l’avvocato Armida Decina, che con il collega Paolo Salice assiste i genitori di Sacchi: “Certo, i familiari ritengono responsabile anche Pirino ma siamo soddisfatti e attendiamo le motivazioni”. Ricordiamo che all’udienza dello scorso 7 marzo il sostituto procuratore generale Francesco Mollace ha chiesto la conferma delle condanne per i 4 imputati.

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