Nella settimana decisiva per il caso di Luca Sacchi, la trasmissione Chi l’ha visto ha approfondito un aspetto ancora poco chiaro della vicenda legato alla macchina del giovane e su quella di Anastasiya, la sua fidanzata. Perchè dopo la morte del ragazzo la 25enne avrebbe chiesto ai genitori le chiavi dell’auto di Luca? Mentre Luca moriva in ospedale, l’amico Giovanni Princi si preoccupava di spostare l’auto di Anastasiya: come mai? Cosa ci sarebbe al suo interno da nascondere? Anastasiya, poco dopo la morte, non era con Luca ma solo il giorno dopo, alle 7 del mattino, si presenta a casa del ragazzo e chiede ai genitori le chiavi dell’auto: perchè chiede di usare la Panda? Non vuole o non può usare la sua auto? Ha un appuntamento con qualcuno? Anche all’avvocato della famiglia Sacchi – ospite in studio – il fatto è sembrato strano. “L’auto di Luca Sacchi non è stata sequestrata ma è a disposizione. E’ stata invece sequestrata la macchina di Anastasiya e sono iniziati gli accertamenti scientifici”, ha chiarito il legale. “Sul perchè Anastasiya ha preso la macchina, la famiglia ha smesso di porsi domande su di lei perchè questa ragazza è tutto un equivoco sin dal primo giorno”, ha proseguito l’avvocato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL CASO LUCA SACCHI A CHI L’HA VISTO

Federica Sciarelli e Chi l’ha visto? tornano ad occuparsi del caso di Luca Sacchi nella puntata in onda questa sera su Rai Tre a partire dalle ore 21:20. Com’è morto il personal trainer di Roma ucciso lo scorso 23 ottobre? Quella in corso sembrerebbe essere una settimana decisiva dal punto di vista delle indagini. Sono infatti passati al settaccio sia i tabulati dei telefoni delle persone coinvolte nell’omicidio, sia le automobili dei vari protagonisti. Ma centrale per ricostruire cos’è accaduto in via In Selci sembra essere più di ogni altra la figura di Anastasiya, la fidanzata ucraina di Luca ufficialmente indagata per detenzione di stupefacenti finalizzata allo spaccio. La 25enne ha sempre sostenuto che Luca era morto per sventare un tentativo di rapina nei suoi confronti ma dalle indagini sembra essere emerso un racconto molto diverso. Lo stesso Domenico Munoz, che insieme a Luca, Anastasiya e Giovanni Princi componeva il gruppo di 4 ragazzi presente quella sera al pub John Cabot, ha smentito la versione della fidanzata della vittima.



OMICIDIO LUCA SACCHI: I DUBBI SU ANASTASIYA

Nel corso dell’ultimo interrogatorio davanti al gip Costantino De Robbio, Anastasiya ha dichiarato di non essere a conoscenza del fatto che all’interno del suo zaino fossero presenti 70mila euro in contanti serviti, secondo gli inquirenti, all’acquisto di un ingente quantitativo di marijuana. La ragazza ucraina ha negato ogni tipo di coinvolgimento: “Non sapevo dei soldi nello zaino, ero al pub come mille altre volte. Io e Luca siamo assolutamente estranei a questa vicenda”. Ma i dubbi degli inquirenti, che fin da subito hanno ritenuto poco credibile che Luca Sacchi fosse stato sparato alla testa soltanto per evitare la sottrazione di uno zainetto contenente poche decine di euro (come sostenuto da Anastasiya) e che la rapina fosse andata in scena con modalità a dir poco sospette (davanti ad un pub frequentato da decine di persone), hanno trovato riscontro già qualche ora dopo l’omicidio.



OMICIDIO LUCA SACCHI: IL COLPO FINITO MALE

Ad essere fermati per l’omicidio di Luca Sacchi sono stati Valerio Del Grosso e Paolo Pirino: il primo avrebbe premuto il grilletto del revolver calibro 38 con cui è stato ucciso il personal trainer romano. Le intercettazioni telefoniche di Marcello De Propris, il “capo-spaccio” sul quale già indagava la Polizia, hanno consentito di capire che proprio quest’ultimo ha fornito a Del Grosso e Pirino l’arma del delitto: “Ascoltami, ma se famo invece comeeee…sentime, a parte i scherzi, sto con un amico mio che conosci, bello fulminato! Ma se invece io vengo a prendeme quella cosa che mi hai detto ieri e glieli levo tutti e settanta? Vengo da te…te faccio un bel re…” sono le parole usate da Del Grosso per convincere De Propris a sostenerlo nel piano delittuoso. Dunque non più uno scambio tra soldi e droga, bensì una rapina per tenersi tutto. Un colpo costato la vita a Luca Sacchi.