L’omicidio di Luca Sacchi sarà al centro della nuova puntata di Quarto Grado, in onda questa sera su Rete 4. Il giovane 23enne fu freddato con un colpo di pistola alla testa la sera del 23 ottobre scorso a Roma e quasi cinque mesi dopo il suo omicidio, il prossimo 31 marzo, si aprirà il processo che tenterà di fare luce su quanto realmente successo. Nel frattempo sono emersi nuovi dettagli sulla notte del delitto poichè secondo quanto reso noto dagli inquirenti, nello zaino di Anastasiya, fidanzata 25enne di Luca, c’era solo una parte dei soldi destinata agli spacciatori. In merito, si legge nell’ordinanza del Riesame: “In assenza di plausibili e lecite spiegazioni, è ragionevole ritenere che nell’auto con cui Anastasiya Kylemnyk era giunta al pub quella sera vi fosse qualcosa da occultare con assoluta urgenza (verosimilmente la restante somma di denaro, oltre a quella occultata nello zaino e mostrata a Rispoli, destinata ai fornitori)”. Il sospetto è che proprio la Citroen C1 della ragazza avesse un ruolo molto importante in merito alle dinamiche di compravendita della droga, avvenuta davanti al pub dove Luca Sacchi fu poi raggiunto dallo sparo mortale. Si tratta della stessa auto poi spostata da Giovanni Princi dalla scena del delitto, proprio mentre il suo amico lottava tra la vita e la morte in ospedale.



OMICIDIO LUCA SACCHI: I DUBBI DELLA PROCURA

I sospetti della procura sono anche quelli del Tribunale del Riesame che ha respinto le richieste di Princi e della fidanzata di Luca Sacchi i quali avevano richiesto rispettivamente di passare dal carcere ai domiciliari e di revocare l’obbligo di firma. “Illuminante, per capire il motivo di tanta solerzia del Princi nel recuperare l’auto della Kylemnyk, sono le dichiarazioni rese in data 2.11.2019 da Marco Lico (un amico del fratello di Luca, ndr)”, scrivono i giudici. Proprio Lico avrebbe riferito che “dopo che era terminata l’operazione cui era stato sottoposto Sacchi, Princi gli aveva chiesto di accompagnarlo a recuperare il veicolo di Anastasiya; erano quindi andati con la panda dei Sacchi dove era parcheggiata l’auto della ragazza, nei presi del pub”. Sempre il testimone avrebbe descritto con precisione chirurgica i movimenti dell’amico di Luca Sacchi prima di recarsi in ospedale a trovare il giovane ormai in fin di vita. Princi era stato l’unico ad allontanarsi dalla scena del delitto all’arrivo dei carabinieri.



LE BUGIE DI ANASTASIYA

A completare il quadro di dubbi illustrato dai giudici del Riesame sarebbero state poi le tante contraddizioni della fidanzata di Luca Sacchi, l’ucraina Anastasiya Kylemnyk. “L’indagata prima dice di aver appoggiato lo zaino per far passeggiare il cane (eppure lo zaino conteneva il denaro che le era stato affidato da Princi); poi dice di aver passeggiato con Luca fino a una panchina dove aveva preso una bottiglietta d’acqua dallo zaino”, scrivono i giudici. Di fronte alla contestazione del gip, la 25enne avrebbe poi cambiato nuovamente versione durante l’interrogatorio di garanzia, sostenendo in quella circostanza che Princi l’aveva richiamata per farle prendere lo zaino con sé. “Dunque Princi si fidava a tal punto della Kylemnyk da lasciarla allontanare con i soldi che gli servivano per il suo “impiccetto””, si legge nell’ordinanza. Questo fu il termine usato dalla ragazza per liquidare con un “affare di motociclette” la ragione del denaro che le era stato affidato dall’amico. Una bugia, l’ennesima, che tuttavia non è riuscita a convincere gli inquirenti ed i giudici.

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