I genitori di Luca Sacchi sono stati intervistati da Quarto Grado per commentare gli ultimi sviluppi del processo. Papà Alfonso, ai microfoni della trasmissione di Gianluigi Nuzzi, ha dichiarato: “Anastasia? Ci siamo incrociati con lo sguardo e mi è sembrata molto fredda. Mi ha guardato con senso di sfida. Non ha avuto il coraggio di dirci qualcosa, una parola. Giovanni Princi ai domiciliari? Fa male, è stato lui che ha tirato dentro Anastasia e di conseguenza ha coinvolto Luca”. Sul fatto che il figlio avesse incontrato i suoi aguzzini, il padre ha detto:”Luca era a Casal Monastero perché aveva l’abitudine di presentare un curriculum a diverse palestre: l’unica che potrebbe dire qualcosa è Anastasia. Si fa sempre più chiaro che lei tentava di ricattarlo anche moralmente, la assecondava”. La mamma ha rincarato la dose: “Anastasia penso sia ancora più colpevole. Mio figlio in questa storia non c’entra, è stato trasportato da lei che evidentemente voleva cambiare vita. Lei voleva cose che lui non poteva dargli. Lavorare con Princi e la fidanzata? So che volevano prendere un appartamento per un Bed&Breakfast, Luca atti illeciti non ne avrebbe fatti”. (agg. di Dario D’Angelo)
OMICIDIO LUCA SACCHI, SMS SOSPETTI…
Si torna sul delitto di Luca Sacchi nella nuova puntata di Quarto Grado in programma per questa sera, venerdì 22 maggio. Il giovane è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa la sera del 23 ottobre scorso a Roma, davanti ad un pub. Nei giorni scorsi è iniziato il processo già rinviato al prossimo 9 giugno, nel corso del quale è emerso un primo colpo di scena: Luca era a conoscenza della compravendita di droga? Per gli inquirenti l’appuntamento nel quale ha poi perso la vita era programmato da giorni e Sacchi sapeva tutto anche se stava cercando in tutti i modi di far cambiare idea alla fidanzata Anastasiya. La “prova” sarebbe rappresentata dalle analisi delle celle telefoniche degli smartphone della coppia e alcuni messaggi che si sono scritti proprio nei giorni precedenti alla drammatica notte durante la quale Valerio Del Grosso avrebbe esploso il colpo di pistola mortale. Esattamente cinque giorni prima dell’incontro, come spiega Fanpage.it, i cellulari di Luca e Anastasiya sono stati agganciati a Casal Monastero, dove vivono altri due dei ragazzi coinvolti nel delitto, ovvero Valerio Del Grosso e Paolo Pirino. A destare ulteriori dubbi, il contenuto di alcune conversazioni tra Luca e la fidanzata nelle quali il primo faceva riferimento ad un “piano”. “Amò, attieniti ai piani”, avrebbe scritto Luca alla ragazza il 19 ottobre, cinque giorni prima del delitto. E poi, “Spero tu faccia come mi hai detto se no ti meno, se scopro che hai fatto le cose senza di me…”.
OMICIDIO LUCA SACCHI, OMBRE SULLO SCAMBIO DI MESSAGGI CON ANASTASIYA
Quello scambio di messaggi tra Luca Sacchi e Anastasiya contribuisce a gettare ulteriori ombre sul caso. Le parole dei due ragazzi saranno affrontate ed analizzate nel corso della nuova puntata del programma di Quarto Grado. Anastasiya, in aula, è presente sia nella veste di imputata che di parte civile. Mentre la famiglia Sacchi continua a difendere la memoria dell’amato figlio, spuntano le conversazioni anche precedenti a quella di cinque giorni prima del delitto, che potrebbero evidenziare i sentimenti del giovane, il quale, rivolgendosi ad Anastasiya asseriva: “La nostra situazione generale di vita. Sai cosa penso. Penso che io e te non siamo come loro. Loro sono come dire più randagi rispetto a noi”. A chi faceva riferimento? “Noi possiamo avere una vita molto più tranquilla per le carte che abbiamo. Loro non hanno la nostra situazione, secondo me. Lavorarci sì, ma viverci insieme come una piccola famiglia no. Lui è uno spacciatore di discreto livello e la polizia è il problema minore. Per lui noi siamo super puliti. E non capisco perché tu vuoi andarci a vivere. Tipo due mesi fa eri diversa, mi pari matta”, scriveva ancora lui.
IL COMMENTO DEL PADRE “LUI NON C’ENTRA”
A commentare la vicenda dopo una prima udienza difficile è stato il padre di Luca, Alfonso Sacchi, che come riporta Il Messaggero non vuol credere al coinvolgimento del suo ragazzo in questa brutta storia. “Non ci sono messaggi tra Luca e questa gente o almeno non sono emersi. L’udienza del processo è stata rimandata perché ai nostri avvocati non erano arrivate queste nuove informazioni”, ha spiegato. Gli stessi legali della famiglia di Luca Sacchi hanno fatto sapere che “dai nuovi atti d’indagine non risulta assolutamente che Luca conoscesse i suoi killer e che ci fosse stato un incontro. Emerge, che è cosa ben diversa, l’aggancio della cella del telefono di Luca Sacchi ad un ripetitore di Casal Monastero, e tra lui e gli altri soggetti non vi è mai stato alcun contatto telefonico”. Nella medesima zona vi sono diverse scuole di arti marziali ed è possibile che Luca si trovasse lì per proporsi in qualità di personal trainer.