Omicidio Luca Sacchi: secondo la Cassazione, come si legge nelle motivazioni della sentenza di condanna definitiva a 27 anni di carcere per Valerio Del Grosso, il killer del 19enne “mirò a organi vitali” con l’intento di uccidere. A riportare alcuni passaggi della decisione dei giudici della Suprema Corte è ANSA. Quella notte di ottobre del 2019, a Roma, Luca Sacchi fu assassinato senza pietà con modalità simili a quelle di una vera e propria esecuzione.



Per gli ermellini, Valerio Del Grosso “non solo aveva per primo concepito l’idea di commettere la rapina per sopperire al fallimento dell’operazione di compravendita di stupefacente, approfittando della contingente disponibilità da parte delle vittime di una rilevante somma di denaro, ma si era attivato per procurarsi un complice all’altezza, Paolo Pirino, ed una pistola con più colpi in canna“. Nelle ore precedenti al delitto, scrivono ancora i giudici, il ragazzo avrebbe manifestato “una ferma determinazione a portare a compimento il piano criminoso“. La Cassazione ha inoltre disposto l’appello bis per aumentare la pena a carico di Paolo Pirino e Marcello De Propris. Nuovo processo di appello anche per la fidanzata della vittima, Anastasiya Kylemnyk, condannata a 3 anni di reclusione per violazione legge sugli stupefacenti e presente sulla scena del crimine al momento del delitto.



Omicidio Luca Sacchi, per i giudici Valerio Del Grosso sparò per uccidere

Luca Sacchi fu ucciso la sera del 23 ottobre 2019 con un colpo di pistola alla testa esploso a distanza ravvicinata. Nella sentenza definitiva a carico di Valerio Del Grosso, ricostruisce ancora l’agenzia di stampa, la Cassazione ha sottolineato che il giovane avrebbe sparato “servendosi di un mezzo dotato di elevatissima efficacia lesiva da tutti conosciuta” e indirizzando il colpo “dopo avere mirato, verso gli organi vitali della vittima designata, effettivamente attinti, così da eliminare in modo diretto ed immediato l’ostacolo frappostosi alla riuscita del piano criminoso in corso e all’impossessamento dello zaino con il denaro da parte del complice“. In sintesi, secondo la verità processuale Del Grosso sparò per uccidere.

Per quanto attiene alle posizioni degli altri giovani finiti a processo dopo la morte di Luca Sacchi, la Suprema Corte ha disposto un appello bis. Per la Cassazione, infatti, è da rideterminare l’entità della pena, con un aumento della condanna, per Paolo Pirino, presente sul luogo del delitto insieme a Del Grosso, e per Marcello De Propris, accusato di aver fornito l’arma con cui è stato commmesso l’omicidio di Luca. In secondo grado, per entrambi le condanne erano scese da 25 a 14 anni e 8 mesi di carcere. Appello bis anche per la fidanzata del 19enne ucciso, Anastasiya Kylemnyk, condannata a 3 anni per violazione della legge sugli stupefacenti. Il nuovo giudizio dovrebbe aprirsi il 10 dicembre prossimo: per la Cassazione, l’impianto di motivazioni del secondo grado sarebbe incompleto.