Mamadi Tunkara è stato ucciso per gelosia: a svelare il movente dell’omicidio di Bergamo è stata la procuratrice Maria Cristina Rota in conferenza stampa. L’assassino sarebbe Sadate Djiram, che inizialmente avrebbe provato a sminuire l’accaduto, poi ha chiesto un avvocato e ha confessato. Il delitto, inizialmente inspiegabile anche perché avvenuto in strada mentre la vittima si recava a lavoro, al supermercato Carrefour dove faceva il vigilante, è avvenuto per un incontro casuale.
Il killer voleva un chiarimento, ma aveva con sé un coltello di ceramica. Alla vittima ha chiesto di dirgli se stava davvero con la sua ex fidanzata e ha sostenuto di essere stato aggredito per primo, poi le quattro coltellate con cui ha colpito il 36enne gambiano addetto alla sicurezza. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, gli inquirenti hanno rintracciato la donna in questione, ottenendo conferma che il 28enne originario del Togo è il suo ex fidanzato, infatti la loro storia è terminata da qualche mese.
Della loro relazione non sapevano niente né gli amici né i parenti di Mamadi Tunkara. Il fratello Alieu ha, infatti, dichiarato di non essere a conoscenza della relazione, di cui il 36enne non gli aveva mai parlato, ma si è detto soddisfatto che sia stato rintracciato l’assassino, spiegando di aver appreso che qualche giorno prima era stato pizzicato a rubare in un negozio, ma non era stato denunciato.
OMICIDIO MAMADI TUNKARA, LA FUGA E L’ARRESTO DEL KILLER
Sadate Djiram, arrivato nel 2017 nel nostro Paese, era incensurato: aveva presentato una richiesta d’asilo, respinta due anni dopo a Palermo. Faceva dei lavoretti per sopravvivere e seguiva le serali in un istituto tecnico per ottenere il diploma. Dopo l’omicidio di Mamadi Tunkara ha provato a scappare, ma lasciando troppe tracce per riuscire a farcela. In primis, è stato inseguito da due passanti, poi c’è un condomino che lo ha ripreso con un cellulare. Nel frattempo, si era disfatto dello zaino e del giaccone, lasciando il coltello in un cortile a nemmeno un chilometro dal luogo del delitto. La caccia della polizia è finita sul treno che lo stava portando da Milano a Lugano.
Respinto a Ponte Chiasso perché senza documenti e con i vestiti macchiati di sangue, è stato fermato dai frontalieri e poi affidato alla questura di Como, prima di essere consegnato ai carabinieri di Bergamo. La procuratrice nel punto stampa ha spiegato che non era un delitto prevedibile, in quanto non c’erano segnali, ma ha segnalato un aumento dell’utilizzo di armi bianche da parte dei giovani. Sadate Djiram ha riferito di aver già provato ad affrontare la vittima proprio nel supermercato dove lavorava il vigilante, ma al momento non gli viene contestata la premeditazione. Infine, è in programma l’autopsia sul corpo di Mamadi Tunkara per avere più elementi utili a ricostruire l’accaduto.