Quello di Manuela Teverini lo si può definire a tutti gli effetti come il primo femminicidio del nostro secolo. Della donna non se ne sa più nulla dalla notte tra il 5 ed il 6 aprile del 2000. Il marito, Costante Alessandri, ha sempre dichiarato di essersi svegliato al mattino senza trovarla in casa. Nei mesi successivi alla scomparsa, l’uomo perde la responsabilità genitoriale dopo aver lasciato la figlia di 4 anni da sola in casa la notte per andare a prostitute. La piccola viene affidata agli zii materni. Un anno dopo Alessandri si innamora di una prostituta slava alla quale chiede di andare a vivere con lui, confessandole di essere stato lui ad uccidere la moglie. La conversazione viene intercettata: “Sono stato io, ho fatto un buco e l’ho messa sottoterra”.



L’uomo sarà indagato e arrestato ma pochi giorni dopo scarcerato. L’inchiesta fu archiviata e aperta più volte, l’ultima nel 2006 mentre Costante continua a vivere indisturbato nella sua abitazione. Nel 2014 la figlia Lisa chiese l’ufficializzazione della morte della madre e chiede anche che l’inchiesta venga riaperta. Nel 2016 Costante Alessandri viene nuovamente indagato e la sua posizione si aggrava ulteriormente dopo il ritrovamento nel suo computer di materiale pedopornografico.



Omicidio Manuela Teverini: marito condannato in Cassazione

E’ il 2018 quando si apre finalmente il processo per l’omicidio di Manuela Teverini. A gennaio 2019 arriva la sentenza di primo grado in cui il marito viene accusato del delitto e condannato a 20 anni di carcere. Alessandri avrebbe ucciso la moglie per evitare di perdere soldi e la custodia della figlia. La donna aveva chiesto la separazione ma una settimana prima di andare dall’avvocato Manuela viene fatta scomparire. La sentenza viene confermata in Appello arrivando anche in Cassazione.

La Cassazione è arrivata in questi giorni dopo 21 anni dalla scomparsa di Manuela Teverini. “Ho un gran bisogno di avere questa giustizia per tutti noi e per tutte le donne che aspettano da anni giustizia e non ce l’hanno”, ha commentato la sorella della vittima. “Non abbiamo mai avuto il dubbio che non sia stato lui”, ha aggiunto la sorella di Manuela. Dopo due ore e mezzo di udienza è giunta la sentenza definitiva che ha confermato la condanna a 20 anni a carico di Alessandri il quale dopo 21 anni dal delitto è entrato in carcere. “A Costante vorrei dire che ha fatto un danno gravissimo a sua figlia oltre che a sua moglie ed ha condizionato tanto la sua vita. Adesso vuoi dirci dove l’hai messa?”, hanno domandato le sorelle di Manuela.