A Ore 14 si parla del brutale omicidio di Sabaudia di Marco Gianni. Il 30enne sarebbe stato assassinato dall’ex della sua compagna, in quanto il presunto killer non accettava più che la relazione con la sua ex fosse finita e soprattutto che quest’ultima andasse con un altro. Il programma di Rai Due condotto da Milo Infante ha incontrato la prima personache ha sentito gli spari che hanno portati all’omicidio di Marco Gianni: “L’ho trovato morto… ho sentito gli spari, stavo lavorando al trattore, poi mi hanno detto che erano i colpi d’arma da fuoco e sono andato a vedere cosa fosse successo e l’ho trovato morto”, ha ribadito.



La criminologa Roberta Bruzzone ha commentato la notizia, a cominciare dal fatto che il presunto assassino avrebbe modificato il fucile con cui ha sparato a Marco Gianni, tagliandogli le canne e rendendolo quindi più corto e maneggevole: “Sicuramente presuppone un minimo di competenza – ha commentato l’esperta in diretta televisiva sul secondo canale ma è anche vera che nell’epoca dei social media abbiamo tutorial per qualunque cosa, quindi temo che questa possa aprire ampiamente la base dei soggetti in grado di operare queste modifiche rendendola occultabile e più letale”.



OMICIDIO MARCO GIANNI, ROBERTA BRUZZONE: “HA PREPARATO L’ARMA PER UN AGGUATO MORTALE”

E ancora: “Lui ha preparato quest’arma per tendere un agguato mortale a quest’uomo, quindi verrà contestata la premeditazione quindi abbiamo anche qui l’idea di un uomo che non tollera che una donna non possa volerlo più. Oggi è facile, trovi veramente tutorial per qualsiasi cosa e anche per preparare esplosivi, e contenuti che non sono nel dark web”.

Secondo la criminologa Bruzzone per l’omicida di Marco Gianni vi sono gli estremi per l’ergastolo: “Femmine è una proprietà, donna è un concetto complesso a cui questo tipo di uomini non riescono ad arrivarci. Qui ci sono tutte le aggravanti che portano all’ergastolo, c’è la premeditazione, c’è l’aggravante di aver agito verso un soggetto con motivi futili e abbienti, ci sono tutte…”.