Potrebbero presto esserci delle novità sull’omicidio di Marisa Morchi, la donna trovata morta in casa nel marzo 2013 a Castelnuovo Magra, con il corpo barbaramente mutilato. L’assassino è rimasto senza nome, ma il giallo potrebbe essere vicino a una svolta dopo più di otto anni. Nuove intercettazioni, infatti, potrebbero consentire agli inquirenti di individuare il responsabile del delitto: «Recentemente sono subentrati nuovi elementi: i carabinieri e la Procura de La Spezia hanno sgominato una banda di professionisti del crimine. Nel materiale probatorio ci sono tre intercettazioni estremamente interessanti», le parole dell’avvocato Francesco Cristiani a I fatti vostri.



Le indagini sull’omicidio di Marisa Morchi sono state riaperte grazie alle intercettazioni legate a un gruppo di criminali di origine sinti. «Questi criminali parlano espressamente di un omicidio. Non sappiamo se sia l’omicidio di Marisa Morchi. C’è un mistero e un mistero nel mistero», ha evidenziato il legale della famiglia. E si attende una spiegazione sulla brutalità dell’omicidio, nonchè sul rituale svolto dopo l’assassinio, con le caramelle sparse vicino al corpo dell’anziana e la fotografia appoggiata sul suo corpo: «Non siamo mai stati in grado di capire questi elementi. Recentemente ci sono stati degli elementi che lasciano aperti spiragli per spiegare questi dettagli».



OMICIDIO MARISA MORCHI, LA FIGLIA: “VOGLIAMO LA VERITÀ”

«L’ultima volta che l’ho vista è stato il giorno precedente. Lei veniva tutti i giorni da me, pranzavamo ed è tornata a casa verso le 16. L’avevo sentita la sera, perché il giorno precedente il delitto c’era stata l’elezione del Papa», ha raccontato la figlia della vittima, Marina, ospite a I fatti vostri: «Appena sono arrivata a casa, mi sono resa conto che non c’era. Ho pensato che si sentisse male, non ho pensato di telefonarle e sono corsa da lei. La prima cosa che ho visto è stata il sangue, però ho continuato a pensare ad un malore. Poi mi sono avvicinata e ci sono stati altri segnali che mi hanno fatto pensare a un delitto. Non ho urlato, ho pensato che lei avesse già urlato tanto. Ho fatto dei passi indietro, ho chiamato i carabinieri dicendo che c’era stato un delitto». Come dicevamo, l’omicidio di Marisa Morchi ha dettagli brutali: «Le avevano tagliato le mani e le era stata messa una fotografia sulla schiena con il viso rivolto verso l’alto. Una foto in cui aveva 3-4 anni». «Mia madre conduceva una vita molto semplice: era pensionata, è rimasta vedova a 42 anni, aveva poche amiche, aveva l’orto ed era molto occupata nelle sue cose. Lei si dedicava a noi. Per me è stata metà della vita che se n’è andata», ha spiegato la figlia, che continua a chiedere giustizia per la madre: «Mi aspetto che vengano riprese le indagini e che si trovi l’assassino».

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