OMICIDIO MARTINA SCIALDONE, LA SENTENZA
Non ci sono vincitori, ma una vittima e tanti sconfitti: questo il bilancio della famiglia di Martina Scialdone dopo la condanna all’ergastolo di Costantino Bonaiuti da parte della Corte d’Assise di Roma. La mamma e il fratello dell’avvocata uccisa con un colpo di pistola dall’ex fidanzato si sono abbracciati tra le lacrime dopo la lettura della sentenza, poi anno chiarito che, anche se è andata come auspicavano ed è stata fatta giustizia, “una vita è stata spezzata” e a soffrire sono diverse famiglie, anche quella del 61enne.
Il femminicidio avvenne al culmine di una lite violenta legata all’intenzione della 31enne di mettere fine a una relazione che era diventata ‘tossica’. I due avevano iniziato a litigare in un ristorante dove si erano incontri, nella zona dell’Appia Latino, con la donna che aveva provato a rifugiarsi in bagno e il titolare del locale che era intervenuto per provare a far tornare la calma, salvo poi chiedere aiuto al 112. La lite continuò fuori dal ristorante, fino all’epilogo drammatico, al colpo di pistola sparato a pochi metri di distanza.
L’uomo contattò l’ex moglie, con cui conviveva, per dirle di aver sparato a Martina Scialdone per errore, parlando di “un colpo partito per sbaglio“, ma nella requisitoria l’accusa, ricostruendo l’accaduto, ha spiegato che invece ha mirato al torace. Peraltro, Costantino Bonaiuti è campione di tiro a segno. Inoltre, la procura ha contestato anche l’aggravante della premeditazione, visto l’ingegnere aveva portato con sé una delle quattro pistole che aveva in una bacheca a casa sua insieme a due fucili da caccia.
MARTINA SCIALDONE, L’OMICIDIO E IL KILLER
Le indagini hanno chiarito che Costantino Bonaiuti era diventato un lupo solitario. Ingegnere per lavoro, appassionato di armi, lavorava in smart working per l’Enav e viveva in casa con il suo rottweiler e l’ex moglie. Aveva sofferto diversi lutti: un fratello morto in un incidente stradale, due sorelle che si sono tolte la vita nel giro di pochi mesi.
Poi l’ossessione per Martina Scialdone, che aveva deciso di lasciarlo. Lui lo aveva capito e si era presentato armato al loro ultimo appuntamento. Un clochard ha assistito all’omicidio, ha visto l’ingegnere sparare alla 31enne, che nel frattempo aveva chiamato il fratello: è morta proprio tra le sue braccia. Invece, Costantino Bonaiuti è scappato a casa sua a Fidene, dove è stato arrestato poco dopo.
Durante il processo ha chiesto perdono per l’omicidio e nell’udienza di martedì ha reso dichiarazioni spontanee in cui ha anche rievocato il momento dello sparo, in cui avrebbe sperato di non aver preso la donna. “Sono un cadavere vivente da quel giorno“. Invece, la mamma di Martina Scialdone spera di vederla tornare a casa, convivendo con la consapevolezza che ciò purtroppo non potrà accadere.