“Martina Scialdone era dispiaciuta”: la testimonianza
Martina Scialdone è stata uccisa a Roma, davanti ad un ristorante nel quale era andata a cena con l’uomo con il quale fino a poco prima aveva una relazione. Costantino Bonaiuti, 61enne, ha estratto la pistola e ha sparato alla giovane avvocatessa di appena 34 anni, che aveva posto fine al loro rapporto, di fronte agli occhi increduli di testimoni e del fratello di lei, accorso per aiutarla dopo aver ricevuto una chiamata.
A Storie Italiane ha parlato un altro testimone, che ha assistito alla litigata tra i due all’interno del ristorante: “Io sono arrivato alle 23 circa e la discussione era già iniziata. Sono arrivato che lei era in bagno e anche lui. Il proprietario mi ha detto ‘Io intanto chiamo la polizia‘. Siccome io faccio parte della polizia, sono andato in bagno, lei era dentro e lui era fuori ma era calmo. Lui mi ha visto ed è uscito. Poco dopo è uscita anche lei, era contrariata ed era dispiaciuta, si è scusata anche con il proprietario. Lei è rientrata per prendere la sigaretta e poi è riuscita”.
Martina Scialdone, l’omicidio fuori dal locale
Il delitto di Martina Scialdone è avvenuto lo scorso 13 gennaio al culmine di una lite iniziata all’interno del locale. Proprio a cena, l’uomo avrebbe tentato un riavvicinamento con la ex fidanzata. I due avrebbero infatti prima discusso animatamente all’interno del locale, tanto che Martina si sarebbe chiusa in bagno. I gestori del ristorante sarebbero intervenuti chiedendo se volesse rimanere lì, in attesa dell’arrivo della polizia. Lei avrebbe risposto di no e sarebbe uscita fuori, dove pochi istanti dopo Costantino Bonaiuti le ha tolto la vita.
A La vita in diretta, qualche giorno fa, un uomo che vive nella zona ha spiegato di aver sentito il colpo di pistola e di essersi affacciato insieme alla moglie: “Io sono stato avvisato subito da mia moglie, che ha sentito lo sparo. Appena sceso ho visto la povera Martina che era già arrivata qui all’angolo del ristorante, sentivo i soccorritori che la chiamavano per nome cercando di farla rimanere cosciente, il fratello era in stato di choc, una cameriera piangeva disperata (…). Speravo che Martina si salvasse (…). Ho sentito uno dei titolari dire agli agenti ‘Vi ho chiamato da oltre mezz’ora quando loro litigavano e stavano qua dentro, vi ho chiamato quando stavano uscendo’. Hanno chiamato immediatamente le forze dell’ordine e hanno fornito la targa della macchina dell’uomo. Nessuno ha cacciato Martina dal locale”.