Martina Scialdone, avvocato di 35 anni, è stata uccisa fuori da un ristorante di Roma la sera del 13 gennaio scorso e in carcere, accusato dell’omicidio, c’è l’ex compagno 61enne, Costantino Bonaiuti. Il delitto sarebbe avvenuto al culmine di una lite iniziata all’interno del locale, dopo un presunto incontro con cui l’uomo avrebbe tentato un riavvicinamento alla vittima. La difesa dell’indagato, rappresentata dall’avvocato Fabio Taglialatela, sostiene che non sussistano elementi quali premeditazione, gravi indizi di colpevolezza e pericolo di fuga e, riporta Adnkronos, nelle scorse ore avrebbe presentato un ricorso al Riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip a carico del suo assistito.
La trasmissione di Alberto Matano, La vita in diretta, nella puntata del 18 gennaio ha mandato in onda il racconto di un testimone che, la notte dei fatti, avrebbe assistito alle prime fasi dei soccorsi mentre Martina Scialdone, ferita gravemente da un colpo di pistola, giaceva a terra nei suoi ultimi attimi di vita. L’uomo, un residente della zona in cui si è consumata la tragedia, ha ripercorso quei drammatici istanti ricordando le concitate fasi successive allo sparo.
Martina Scialdone uccisa a Roma, parla un testimone
La morte di Martina Scialdone è al centro di un complesso lavoro di indagine. Al vaglio degli inquirenti non solo la posizione dell’ex compagno Costantino Bonaiuti, indagato per l’omcidio della 35enne, ma anche i racconti di testimoni e proprietari del locale in cui si sarebbe consumato l’ultimo incontro tra i due prima della morte della donna, raggiunta da un colpo di pistola all’esterno del ristorante.
Un uomo che vive nella zona, ai microfoni de La vita in diretta, ha raccontato cosa si sarebbe trovato di fronte dopo aver sentito il colpo di pistola insieme alla moglie: “Io sono stato avvisato subito da mia moglie, che ha sentito lo sparo. Appena sceso ho visto la povera Martina che era già arrivata qui all’angolo del ristorante, sentivo i soccorritori che la chiamavano per nome cercando di farla rimanere cosciente, il fratello era in stato di choc, una cameriera piangeva disperata (…). Speravo che Martina si salvasse (…). Ho sentito uno dei titolari dire agli agenti ‘Vi ho chiamato da oltre mezz’ora quando loro litigavano e stavano qua dentro, vi ho chiamato quando stavano uscendo’. Hanno chiamato immediatamente le forze dell’ordine e hanno fornito la targa della macchina dell’uomo. Nessuno ha cacciato Martina dal locale”.