Inizierà il 18 aprile il processo davanti alla Corte d’Assise di Salerno per l’omicidio di Marzia Capezzuti, la 28enne il cui cadavere è stato trovato nell’ottobre 2022 in un casolare della Piana del Sele, a Pontecagnano Faiano. Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Salerno, Giovanna Pacifico, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Licia Vivaldi, titolare delle indagini svolte prima dai militari dell’Arma in forza al Nucleo Operativo e Radiomobile di Battipaglia e poi ai carabinieri del Nucleo investigativo provinciale di Salerno. Alla sbarra Barbara Vacchiano e Damiano Noschese, rispettivamente sorella del fidanzato della vittima e marito di lei, che sono accusati di omicidio aggravato e occultamento di cadavere, maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, indebito uso di carta di debito. In base a quanto ricostruito nelle indagini, i coniugi avrebbero anche portato la vittima, con sevizie e crudeltà, in uno stato di incapacità di intendere e volere.
Nel frattempo, come riportato dal Corriere della Sera, la coppia è alle prese con un altro procedimento. Infatti, il 15 dicembre scorso è iniziato al tribunale per i minorenni di Salerno il processo a carico del figlio della coppia, 15enne all’epoca dei fatti e detenuto come i genitori. Infatti, per l’omicidio di Marzia Capezzuti sono attualmente indagati, oltre a Barbara Vacchiano e al marito, anche il figlio minore, il figlio maggiorenne Vito e due conoscenti che sarebbero stati in casa Vacchiano la notte della scomparsa della vittima. Entro il 18 aprile, il perito nominato dal giudice depositerà la trascrizione integrale di quanto riferito dal minore alla sorella Annamaria. Inoltre, il giudice ha autorizzato la costituzione di parte civile del Comune di Pontecagnano e di alcune associazioni contro la violenza di genere.
MARZIA CAPEZZUTI: I MALTRATTAMENTI, LE TORTURE E L’OMICIDIO
Marzia Capezzuti nel 2014 aveva lasciato la sua famiglia per amore di Alessandro Vacchiano, che aveva conosciuto sui social. Tre anni dopo, però, lasciò il ragazzo, trasferendosi in casa della sorella Barbara. Nel febbraio 2022 fu presentata una denuncia per maltrattamenti ai danni della ragazza. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, quei maltrattamenti sarebbero proseguiti, anche dopo il sopralluogo di un legale, fino al 7 marzo, quando la donna venne trascinata fuori casa. Da allora non si ebbe più notizia di lei. Il corpo di Marzia Capezzuti per sette mesi è rimasto in un casolare abbandonato, dove è stato ritrovato. Le dinamiche familiari, culminate nell’omicidio di Marzia Capezzuti, sono state ricostruite tramite una videochiamata del figlio minore della coppia, all’epoca dei fatti 15enne. Il video fu registrato dalla sorella maggiore, Annamaria, che lo consegnò agli investigatori.
In quel video non ci sono suoni, ma un esperto della procura ha ricostruito le parole del ragazzo tramite la lettura del labiale. «Abbiamo finito. L’abbiamo portata a fare un giro. L’abbiamo tirata», direbbe il giovane, facendo un gesto che lascia intendere uno strangolamento. Sconvolta dalle torture subite dall’ex cognata, Annamaria avrebbe deciso di raccontare i fatti. Come evidenziato dal Corriere della Sera, avrebbe riferito agli inquirenti di aver assistito ad alcune di quelle torture, come l’ingestione forzata di un mozzicone di sigaretta. Ma sono emersi anche altri elementi raccapriccianti. Infatti, Marzia Capezzuti per tre anni sarebbe stata maltrattata, costretta a dormire legata in una cantina, picchiata e pure marchiata a fuoco. Per l’accusa, le avrebbero sottratto i soldi della pensione e, quando non c’erano soldi a disposizione, Barbara Vacchiano inventava storie per avere soldi dai genitori di Marzia Capezzuti. Ad esempio, avrebbe anche dichiarato che era incinta di un uomo di Pontecagnano, risultato però inesistente.