Al via il processo nei confronti della coppia composta da Barbara Vacchiano e Damiano Noscese, accusati di aver ucciso, torturato, maltrattato e seviziato la povera Marzia Capezzuti, in quel di Montecagnano, in provincia di Salerno.

Storie Italiane era in collegamento dall’aula del tribunale dove è in corso al momento la prima udienza, mentre in studio vi era Stefania De Martino, avvocata ed addetto allo sportello antiviolenza Progetto Svolte di Pontecagnano, che è stata la prima ed unica a denunciare quello che stava accadendo a Marzia Capezzuti. La stessa dice di sentirsi in colpa e che forse bisognava agire in maniera differente: “Rispetto a Marzia ho un senso di colpa – ha spiegato in diretta tv la legale – quando mi recai dai carabinieri a denunciare maltrattamenti, nel giro di pochi giorni sono stati avvertiti i famigliari di Marzia a Milano, che poi hanno contattato Barbara Vacchiano e da quel momento non si sa più nulla”.



OMICIDIO MARZIA CAPEZZUTI, STEFANIA DE MARTINO: “PRIMA DENUNCIA A FEBBRAIO 2021…”

E ancora: “Sicuramente Marzia sarebbe morta lo stesso, ma ci sono notti che mi sveglio e che penso che magari Marzia sarebbe potuta essere ancora viva e chissà se avremmo potuto salvarla in qualche modo. Lo strumento del codice rosso era già attivo? Io sono andata a denunciare dai carabinieri come avvocato sportello anti violenza, c’era il tempo per metterla in sicurezza sicuramente”.



“La prima denuncia – ha proseguito – è stata fatta a febbraio 2021, poi sono andata quasi tutti i giorni per una settimana dai carabinieri”. Stefania De Martino ha aggiunto: “Marzia Capezzuti ha tentato di fuggire più di una volta e più di una volta è stata ripresa, nonostante avesse tante fragilità ha cercato di salvarsi, non è vero che stava bene dove stava, lei veniva torturata, le venivano spente le sigarette addosso, anche ingerire, alcune delle tante cose emerse, facilmente provabili”.

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