Sono ancora in corso le indagini sulla morte di Massimo Melis, il 52enne freddato a Torino con un colpo di pistola alla testa nella notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre. L’uomo, secondo quanto fin qui appurato dagli inquirenti, è stato raggiunto da un singolo colpo alla testa, come fosse un’esecuzione mirata. Ad “Ore 14”, programma condotto da Milo Infante su Rai2, ci si è concentrati sul misterioso omicidio dell’uomo operatore della Croce Verde del capoluogo piemontese, giustiziato come un boss in un delitto che ha sconvolto la città.



Stando alle prime informazioni sembrerebbe che Melis aveva lasciato a casa un’amica da poco e che si stava fumando una sigaretta, rinvenuta per metà in auto. Poco dopo il killer si è avvicinato alla sua auto, ha aperto la portiera e ha fatto fuoco. Roberta Bruzzone, criminologa, ha sottolineato: “Sembrerebbe una esecuzione mirata, probabilmente nella vita di Melis e della donna verrà scoperta la pista decisiva del delitto. Era sotto osservazione del killer che ha approfittato di un momento agevole per colpire. Melis di sicuro non temeva. Il colpo singolo ricorda l’esecuzione, per ipotesi potrei dire che potrebbe essere anche commissionata da qualcuno che aveva maggiore dimestichezza con questo tipo di condotte”.



Omicidio Melis, commissione o errore? Le ultime

Emilio Orlando, giornalista specializzato in cronaca nera, ha poi spiegato: “Un delitto di impeto che ha come movente una natura sentimentale avrebbe voluto più colpi. Lo sparo a bruciapelo dimostra la caratura criminale di un certo tipo, una particolare dimestichezza con l’arma che ha colpito a pochi centimetri dalla vittima. Allo stato embrionale delle indagini si scandaglia la vita dell’uomo, era un soccorritore del 118, e i rapporti che aveva con la donna. Dalla modalità dell’omicidio sembra che il sicario possa averlo seguito per un tragitto, ora bisogna focalizzarsi sul passato dell’uomo per capire”.



“A Torino nell’ultimo periodo si sono insidiati parecchi clan criminale, bisogna capire anche come Melis fosse radicato in città. Non è escluso lo scambio di persona, potrebbe esserci stato anche l’errore”. La giornalista Monica Setta ha poi dichiarato: “Anche per me si tratta di un delitto su commissione, anche perché ho cercato notizie su Melis come tutti e non ho trovato nulla. Il delitto è avvolto in una cortina fumogena che cela qualcosa di molto più complesso e forte di quanto la dinamica dica. Che sia su commissione ne sono certa, il killer ha il know how e non è improvvisato”.