Un pregiudicato sulla sessantina potrebbe essere coinvolto nell’omicidio di Massimo Melis. E’ quanto emerso nel corso della nuova puntata di Ore 14, la trasmissione del pomeriggio di Rai2. Una delle piste che gli inquirenti starebbero seguendo per risolvere il giallo della morte del 52enne torinese di origine sarda, apparentemente dalla vita tranquilla, sarebbe connessa allo stalker della sua ex ed oggi amica. Massimo è stato ucciso con un colpo di pistola alla tempi la scorsa domenica sera ma sarà l’autopsia a confermarlo. Risalire all’ora esatta della morte potrebbe essere fondamentale per capire se dopo la spesa fatta con l’amica e sua ex Patrizia abbia incontrato qualcun’altro.



Secondo il racconto della donna, i due sarebbero rientrati intorno alle 20.30: lei sarebbe andata a casa mentre di Massimo non si sarebbero avute più notizie. L’uomo l’avrebbe accompagnata proprio sotto casa dal momento che Patrizia sarebbe da tempo molestata da uno stalker. L’allarme sarebbe stato dato il giorno seguente dalla madre della vittima. Poi la tragica scoperta intorno alle 13 del primo novembre: Massimo si trova nella sua auto, freddato con un colpo alla testa. Possibile che per oltre 15 ore nessuno si sia accorto di lui?



Omicidio Massimo Melis: ucciso da stalker dell’amica Patrizia?

La vettura di Massimo Melis era parcheggiata a poca distanza dall’abitazione di Patrizia: ma perché l’uomo si trovava parcheggiato proprio sotto casa della donna? “Probabilmente per difenderla, sapeva che lei era in pericolo”, ha commentato la criminologa Roberta Bruzzone, “è possibile che volesse verificare che non le accadesse nulla o è astrattamente possibile che ci fosse un appuntamento tra i due”.

Per Riccardo Bocca si può parlare di una vera e propria esecuzione: “Su questo non c’è alcun dubbio”, ha commentato in studio. L’ipotesi è che lo stalker sarebbe passato prima sotto casa di Patrizia per poi proseguire trovandosi però di fronte proprio Massimo ed a quel punto avrebbe potuto agire esplodendo un colpo di arma da fuoco di grosso calibro, uccidendo l’uomo. “E’ possibile che il colpo sia stato esploso con la vittima nell’auto, una vera e propria esecuzione”, ha commentato ancora la Bruzzone. “Sono dell’avviso che si sia trattato di una esecuzione ben ponderata”, ha aggiunto. “Potrebbe non esserci stato neanche un confronto”, ha proseguito, confrontando l’omicidio di Massimo con il caso di Pordenone relativo al duplice omicidio dei fidanzati per i quali è stato accusato e condannato in via definitiva Ruotolo.