Alessandra Matteuzzi: la sorella ricorda l’omicidio di un anno fa

Ad un anno esatto dall’omicidio di Alessandra Matteuzzi, per il quale è stato condannato Giovanni Padovani, ex calciatore e compagno della vittima, che il 23 agosto scorso l’ha ripetutamente colpita con un martello e con una panchina di ferro, la sorella, Stefania, ha rilanciato un’intervista per il Corriere della Sera. “Ho paura”, sostiene subito, “ne ho più di allora. Quell’uomo è pericoloso e se dovesse uscire dal carcere potrebbe tornare a fare del male a me o ad altre donne”.



Ricorda che l’omicidio di sua sorella, Alessandra Matteuzzi, erano al telefono assieme. “Ho sentito praticamente tutto: la violenza, le sue urla, la disperata richiesta di aiuto. La sento ancora. È rimasto tutto nella mia testa” e probabilmente non se ne andrà mai via, assieme al dolore, ancora lancinante ad un anno di distanza. “Quello non andrà mai via, anzi aumenterà con il passare dei giorni”, accentuando anche quel senso di “vuoto enorme“, che la assale a ricordare sua sorella. Con l’omicidio, racconta la sorella di Alessandra Matteuzzi, “è stato strappato un pezzo di me“.



Stefania Matteuzzi: “Indosso i suoi vestiti per colmare il vuoto”

Insomma, di una cosa è certa Stefania, dopo l’omicidio di sua sorella Alessandra Matteuzzi, non riuscirà più a dimenticarla. Racconta, infatti, che ora indossa i suoi vestiti, nel vano tentativo di “colmare il vuoto che ha lasciato in me. Indossando i suoi vestiti”, sostiene, “è come averla ancora con me”. La ricorda come una donna con una “grande energia” e vitale, “estremamente positiva, ma anche semplice”.

Ennesimo tassello del dolore di Stefania, dopo l’omicidio Matteuzzi, è stato anche l’odio che si è generato suoi social. “Una violenza aggiuntiva e molto pesante”, racconta, “ma fortunatamente i responsabili sono stati smascherati” e presto finiranno anche a processo. “È stato giusto denunciare”, sostiene, “anche perché chi usa in un certo modo i social deve sapere il male che può fare alle persone”. In chiusura, si dice fiduciosa dell’esito del processo per l’omicidio Matteuzzi contro Padovani, che secondo il legale Chiara Rinaldi, “non riserverà sorprese” neanche dal punto di vista della perizia psichiatrica. “Studiando quello che c’era nel suo telefonino”, spiega, “è fuori discussione la sua lucidità. Lui voleva uccidere Alessandra e lo ha fatto”.