Una badante romena e la guardia medica sono le ultime due persone che hanno visto Lucia Cipriano viva. L’anziana era ormai ingestibile, le sue condizioni di salute e la lucidità erano crollate negli ultimi mesi. La badante ha lavorato un solo giorno, quello dopo infatti la figlia dell’84enne l’ha informata che fuori dalla porta avrebbe trovato i suoi effetti personali. Da allora l’anziana è finita in un circolo di bugie e depistaggi orchestrato dalla figlia maggiore – arrestata per omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere – per nasconderne la drammatica fine. Rosa Fabbiano, come riportato dal Corriere della Sera, raccontava di aver portato la madre a casa sua per prestarle soccorso in caso di necessità.



In un’altra occasione ha detto che aveva preso il Covid e non stava bene. Successivamente spiegava di averla fatta ricoverare in una Rsa. Tutte scuse per tenere lontane le due sorelle, Loredana e Cosima, quando chiedevano di parlare e vedere la madre. Dopo l’episodio del 24 marzo in cui Rosa Fabbiano ha preso atto che la madre Lucia Cipriano non era più in grado di vivere come prima, l’anziana è “scomparsa”.



MOVENTE? “INCAPACITÀ NEL GESTIRE MAMMA”

Nessuno riusciva a contattarla direttamente. Due mesi dopo, il 26 maggio, è stato scoperto il cadavere di Lucia Cipriano smembrato e in stato di avanzata decomposizione, dentro la vasca da bagno dell’alloggio popolare in cui la pensionata viveva a Melzo, nell’hinterland est di Milano. Lì i carabinieri hanno trovato tutto ciò che la figlia aveva usato per fare a pezzi il cadavere della madre. Una sega di 31 centimetri, guanti in lattice, una tuta protettiva con zip e una cuffietta. Il gip di Milano Giulio Fanales ha convalidato il fermo di Rosa Fabbiano e disposto la misura cautelare in carcere. La donna, di fronte al giudice, all’aggiunto Laura Pedio e al pm Elisa Calanducci, titolari dell’inchiesta, si è avvalsa della facoltà di non rispondere, come aveva fatto davanti agli inquirenti giovedì scorso. Per il gip le ragioni dell’omicidio, spiega il Corriere della Sera, sono da ricondursi «all’assoluta incapacità dimostrata dall’indagata nel sopportare il decadimento fisico e mentale altrui e, in particolare, di coloro che le sono affettivamente legati».

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