Giudizio immediato per il 17enne di origine cinglaese reo confesso dell’omicidio di Michelle Causo a Primavalle. Il gip del tribunale dei minori Federico Falzone lo ha mandato a processo con un decreto da cui emergono particolari atroci e agghiaccianti sul delitto. Accogliendo le richieste del pm Anna Di Stasio, il giudice contesta al ragazzo anche l’occultamento e vilipendio del cadavere, insieme alle aggravanti della premeditazione, della minore età della vittima e dell’aver agito per (minimo) profitto. Reati compiuti “in continuazione”, quindi come parte di un unico piano, precisa il Corriere della Sera.



A tal proposito, dal decreto di giudizio immediato emerge che il ragazzo ha ucciso Michelle Causo il 28 giugno in un appartamento a sangue freddo, per 60 euro e probabilmente per pochi grammi di hashish. Peraltro, ci avrebbe provato pure la sera prima. Quindi, l’ha uccisa studiando in anticipo, effettuando ricerche online, ad esempio su come sferrare le coltellate in punti vitali. Quindi, ha colto la ragazza di sorpresa, alle spalle, colpendola 23 volte con una lama da 12 centimetri. Poi ha provato a sbarazzarsi di Michelle Causo in un cassonetto «al pari di un rifiuto da smaltire».



OMICIDIO MICHELLE CAUSO: “REITERATE RICERCHE SUL WEB”

Negli atti è riportato un elemento nuovo, una circostanza ricostruita dai messaggi sui telefoni di Michelle Causo e del suo assassino. Il ragazzo ha dato appuntamento la sera prima dell’omicidio alla ragazza in un luogo appartato nei pressi del residence Bastogi: «Porta 60 euro e qualche canna», le ha scritto il ragazzo. Quel che non è emerso è se la ragazza abbia acconsentito alle due richieste. I due si sono visti, ma la ragazza era in ritardo e col suo cane, quindi il giovane ha rinunciato al piano di ucciderla. Ma quello restava il suo obiettivo. Non ci sono dubbi per il pm, stando a quanto riportato dal Corriere, alla luce dell’analisi del pc sequestrato al 17enne. Il gip, infatti, fa riferimento a «reiterate ricerche» online su «come accoltellare in punti vitali». Il piano omicida, saltato la sera prima, è stato solo rinviato.



Infatti, l’assassino ha attirato Michelle Causo in casa in via Dusmet promettendole di saldare il debito che aveva con lei («porta 60 e ti dò 100»), in realtà voleva rapinarla. Tra i due non c’era altro oltre all’amicizia. Dopo 40 minuti all’interno dell’abitazione, la ragazza è stata colta di sorpresa, accoltellata al cuore, ai polmoni, al collo. Non ha fatto in tempo a difendersi. Sulla scacciacani, che secondo il 17enne avrebbe impugnato la ragazza, non ci sono impronte della ragazza, ma solo quelle del ragazzo e di altri soggetti maschili rimasti ignoti. L’assassino ha poi avvolto Michelle Causo in un lenzuolo, bloccandole mani e piedi con nastro adesivo, e l’ha nascosta in sacchi neri per caricarla su un carrello della spesa e portarla a qualche centinaia di metri, dove è stata ritrovata tra i cassonetti, lasciando però in casa e nel portone una lunga scia di sangue.