OMICIDIO MOLLICONE, FAMIGLIA MOTTOLA VS CANTANTE DEI SUD SOUND SISTEM

Dopo la conferma dell’assoluzione in appello nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone, la famiglia Mottola passa al contrattacco e chiede un risarcimento danni da parte di chi li avrebbe offesi pubblicamente. Ad esempio, nel mirino finisce Fernando Antonio Blasi, frontman del gruppo Sud Sound System, che finisce a processo con l’accusa di diffamazione aggravata per quanto accaduto durante l’esibizione a Gallinaro, in provincia di Frosinone, il 5 agosto di due anni fa.



Il procedimento avrà inizio il 15 ottobre al tribunale di Cassino e verte sulle dichiarazioni di Blasi durante la manifestazione “GallinaRock“, un festival organizzato nel piccolo Comune che si trova a circa 30 chilometri dal bosco dove fu trovato il cadavere di Serena Mollicone. Il frontman della band avrebbe definito i tre membri della famiglia Mottola dei «pezzi di…» che «l’hanno passata liscia», ma nonostante ciò «restano dei pezzi di m…». Era passato appena un mese dalla prima assoluzione, decisa dal tribunale di Cassino, sentenza poi confermata nel luglio scorso in secondo grado.



“FERNANDO ANTONIO BLASI HA DIFFAMATO I MOTTOLA”

Ci sono però altre dichiarazioni per le quali Fernando Antonio Blasi ha suscitato la dura reazione della famiglia Mottola, che ha ottenuto il rinvio a giudizio del cantante. Infatti, l’artista si sarebbe lasciato andare a espressioni e parole considerate «lesive dell’onore dell’ex maresciallo Franco Mottola, di sua moglie Anna Maria e di suo figlio Marco», i quali hanno affrontato da imputati il processo per l’omicidio della studentessa di Arce, venendo considerati gli autori materiali del delitto e della soppressione del cadavere della ragazza.



Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, fu il team difensivo della famiglia Mottola, che lo ha assistito in questi anni, a presentare la querela dopo aver preso visione del video relativo alle dichiarazioni di Blasi durante l’evento musicale. Del resto, la famiglia Mottola ha lamentato una gogna mediatica e il criminologo Carmelo Lavorino, dopo l’aggressione verbale e fisica del luglio 2022, parlò di un gesto dovuto «al clima di odio diffuso» nei confronti appunto dei Mottola.