Clamorosa svolta nell’omicidio di Nada Cella: dopo 28 anni sono state rinviate a giudizio, quindi verranno processate, tre persone. Sul caso di Chiavari i riflettori non si sono mai spenti e ora, dopo quasi 30 anni, è arrivato il colpo di scena, sperando che finalmente possa emergere la verità. Silvia, la cugina di Nada Cella, è stata intervistata stamane da Storie Italiane: “La mamma Silvana è molto provata, è stanca, la notizia è stata bella forte, bella ma nello stesso tempo forte”.



La signora Silvana, 82 anni, è una combattente e ieri ha parlato quasi tutto il giorno con i giornalisti proprio in merito agli aggiornamenti sul caso della figlia. Nada Cella venne uccisa il 6 maggio del 1996 nell’ufficio di un commercialista, Marco Soracco, a Chiavari, in provincia di Genova, un mistero che forse sta per trovare la parola fine nonostante verità nascoste ed errori.



NADA CELLA, COME SI E’ ARRIVATI AL RINVIO A GIUDIZIO

A far riaprire il caso la dottoressa e criminologa Delfino Pesce, consulente proprio della famiglia di Nada Cella, che dal 2021 ha spinto affinchè venissero analizzate nuove prove e nuove testimonianze: Marco Soracco e la madre vengono indagati per false testimonianze e favoreggiamento, mentre l’ex insegnante Anna Lucia Cecere viene indagata per omicidio (movente la gelosia), prima di essere tutti “prosciolti” poi la notizia di ieri del rinvio a giudizio.

“Io mi sono occupata della fase iniziale – ha precisato la dottoressa Delfino Pesce a Storie Italiane – ho accompagnato la famiglia alla riapertura ma ci tengo a ringraziare tutti quelli che hanno lavorato oggi per arrivare al rinvio a giudizio, come la procura come l’avvocato Franzone della parte offesa”.



NADA CELLA, DELFINO PESCE: “PERCHE’ ANNA LUCIA CECERE…”

Sul rinvio a giudizio di Anna Lucia Cecere: “Come mai è stata prosciolta in precedenza? C’era un quadro indiziario forte, quindi mi fa pensare che qualche elemento sia stato travisato o qualche fascicolo non ben analizzato”.

Il giornalista Galanti, in studio a Storie Italiane, ha cercato di fare un po’ di chiarezza, spiegando: “Secondo la procura la Cecere avrebbe ucciso Nada Cella perchè invidiosa del suo posto di lavoro e perchè voleva prendere il suo posto forse perchè era infatuata di Soracco, quindi è stata mossa dalla gelosia e dall’invidia. Gli altri due imputati invece non avrebbero raccontato tutto quello che sapevano se non forse addirittura coperto questo fatto. La cosa che dispiace di più non è tanto il fatto che sia stata prosciolta la Cecere, ma che 28 anni fa era stata indagata, anche se per qualche giorno, e già vi erano tanti elementi in possesso degli inquirenti. Ci si poteva quindi arrivare molto ma molto prima”.

NADA CELLA, LE PAROLE DI DELFINO PESCE E DELLA CUGINA SILVIA

Delfino Pesce ha aggiunto: “Vorrei la verità dalle 3 persone che andranno a processo, nessuno sta cercando una condanna a tutti i costi, è solo arrivato il momento in cui si dica la verità. Negli omicidi di prossimità il movente è sempre relazionale, a volte relazioni salvano le vite ma a volte le distruggono”.

Prima di concludere la puntata di oggi, Storie Italiane ha mandato in onda le parole di Silvia, la cugina di Nada Cella, che ovviamente ha accolto con favore questo triplice rinvio a giudizio: “In questo mondo c’è la dimostrazione per le nuove generazioni che c’è la possibilità di avere giustizia, la giustizia non è solo per Nada Cella o per la sua famiglia ma per tutti, per la società, non è concepibile che vi sia un assassino libero da 28 anni con la possibilità che questo caso si chiudesse nel giro di un mese 28 anni fa: la procura e l’ispettore hanno fatto un miracolo ma il miracolo più grande l’ha fatto la dottoressa Delfino Pesce”. Ora si attende quindi l’inizio del processo da cui emergerà forse tutta la verità sulla povera Nada Cella.