L’omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria uccisa a Chiavari il 6 maggio 1996 proprio mentre era nello studio di un noto commercialista dove lavorava, potrebbe trovare nuove risposte, a distanza di quasi 26 anni dalle tracce di Dna rivenute sul motorino di Annalucia Cecere. Quest’ultima è la donna finita sotto indagine, il cui mezzo è stato recentemente sequestrato e sottoposto ad accertamenti approfonditi. Già all’epoca era emerso il nome della Cecere anche se la sua posizione non fu ritenuta particolarmente rilevante per gli inquirenti.
Le nuove indagini sull’omicidio Cella hanno tuttavia ribaltato la situazione e regalato una serie di colpi di scena importanti. Al momento, come riporta il quotidiano Il Giornale, l’attenzione di chi indaga è concentrata sulla vecchia documentazione relativa alle prime indagini anche se parte di essa sarebbe andata persa in una alluvione. La donna, ad oggi, non ha mai concesso dichiarazioni ai media ma a parlare in questi giorni è stato il marito Renzo Franchino, il quale ha deciso di rompere il silenzio.
Omicidio Nada Cella: il marito della Cecere rompe il silenzio
Ai microfoni della trasmissione Quarto Grado, il marito di Annalucia Cecere ha spiegato i motivi dietro questo silenzio svelando nuovi dettagli che potrebbero essere utili ai fini delle indagini sull’omicidio di Nada Cella. “Che cosa vuole che le dica? Tanto tutte le cose che vengono dette vengono comunque travisate. Tutto quello che ho letto proprio… Sono tutte cose buttate lì. Uno le ha dette in una maniera, uno in un’altra. Abbiamo preso una linea che non si dice niente a nessuno. Se dobbiamo dire qualcosa lo diciamo agli inquirenti e alla questura. Se ci fanno delle domande, rispondiamo a loro. Punto e basta”, ha esordito l’uomo spiegando quale sia la linea intrapresa in accordo con l’avvocato. Ovviamente il marito ha preso le difese della consorte e parlando proprio di Annalucia Cecere ha spiegato che sta “cercando di vivere il più normale possibile. Se deve uscire esce, non ha mica nessun vincolo di rimanere a casa. Se deve andare a fare la spesa, va a fare la spesa. Quello che deve fare”.
Le indagini sono concentrate anche sul motorino della Cecere, attualmente sotto sequestro ed al centro della testimonianza di una donna che in una telefonata anonima svelò di aver visto Annalucia sporca di sangue mentre si allontanava in sella al suo mezzo dallo studio in cui lavorava Nada e dove fu uccisa. Su questo aspetto il marito della Cecere ha commentato: “Il motorino era in garage l’ha usato mio figlio tre, quattro anni quel motorino lì. Se c’era qualcosa da nascondere secondo lei era lì? Siamo stati noi a dirglielo ad agosto a Genova. Ma fate queste analisi al motorino, è là. Ci hanno messo due mesi a venire a prenderlo. Ma nessun problema per fare il Dna, non abbiamo nulla da nascondere”. Ed a proposito del possibile sangue ha svelato di sapere a chi apparterrebbe: “Sicuramente c’è del sangue lì sopra, ce n’è in abbondanza, ma so di chi è. Mio figlio è scivolato, c’è volato una notte con quel motorino lì. Ha messo male il piede, se lo è frantumato”.