Si sarebbe dovuto presentare all’udienza per la carcerazione presso il tribunale provinciale di Girona ma Rassoul Bissoultanov, il ceceno condannato in Spagna a 15 anni per l’omicidio di Niccolò Ciatti non si è presentato. Nei confronti dell’uomo, accusato di aver ucciso senza alcuna ragione a calci e pugni il 22enne di Scandicci (Firenze) mentre era in vacanza a Lloret de Mar, è stato emesso un mandato di arresto internazionale. Bissoultanov dopo la condanna si trovava in regime di libertà vigilata e, come spiega RaiNews, si sarebbe dovuto presentare all’udienza per calcolare la rideterminazione della reclusione dal momento che aveva già scontato 4 anni in carcere. Il giudice aveva disposto il ritiro del passaporto per cui, almeno legalmente, non avrebbe potuto lasciare la Spagna.



Dopo la notizia della mancata presentazione in tribunale, il legale della famiglia Ciatti, l’avvocato Agnese Usai ha commentato: “Rassoul Bissoultanov stamani non si è presentato all’udienza per la carcerazione al tribunale di Girona perché gli era chiaro che sarebbe andato in carcere. Il suo difensore non sapeva dire nulla al giudice, non sapeva dove fosse il suo assistito, non ha esibito né certificati medici né altre giustificazioni. Ora in pratica è un latitante”, parlando di “fuga annunciata”.



Omicidio Niccolò Ciatti, ceceno Bissoultanov è scappato: l’ira del padre

Bissoultanov, come spiegato dall’avvocato della famiglia di Niccolò Ciatti, aveva già tentato la fuga nell’agosto dello scorso anno. In quella circostanza, ha rammentato il legale, aveva detto “di andare a rinnovare un permesso a Strasburgo poi invece la polizia tedesca lo fermò al confine, a Kehl, da dove voleva entrare in Germania e così venne estradato in Italia”. Ecco perché oggi parla a maggior ragione di una fuga più che annunciata. Mentre l’avvocato confida nel fatto che la fuga del ceceno non vada a vanificare tutti gli sforzi della difesa fatti finora, ha ricordato come in Italia il ceceno sia stato già scarcerato dopo la revoca del provvedimento da parte della corte di Assise di Roma: “Continua a prenderci in giro”, ha tuonato Usai.



E tanta è anche la rabbia del padre di Niccolò, Luigi Ciatti che ha commentato: “Dire che sono indignato è poco, dire che sono arrabbiato è altrettanto poco e forse arrabbiato non è nemmeno il verbo che vorrei usare. I nostri timori, le nostre paure si sono avverate. Lo abbiamo detto in mille modi: attenti quello scappa”. L’uomo ha ricordato la morte del figlio 22enne, avvenuta “senza un motivo, a sangue freddo, mentre ballava”, da parte di un uomo che, a suo dire “non è certo un bravo ragazzo”. “Tra il verdetto  della giuria popolare e la sentenza che ha inflitto la pena è passato  più di un mese! Ma come si fa? E’ chiaro che un assassino in queste condizioni cerca di farla franca, e così è successo”, ha aggiunto il padre, per nulla sorpreso dalle azioni del 29enne Rassoul Bissoultanov. “Di fronte a questa giustizia non paga nessuno, anzi paga solo mio  figlio. Noi continueremo a chiedere  giustizia per Niccolò. Noi andiamo avanti, possiamo solo pregare e  sperare che ci sia una giustizia da qualche parte”, ha chiosato.