Inizierà il prossimo 11 novembre il processo ai danni di Alberto Pietro Mulè, Filippo Mulè e Rosario Namio per l’omicidio di Paolo La Rosa. Il primo è accusato di omicidio volontario, gli altri due per rissa: un dramma che risale alla fine di febbraio, in quel di Terrasini, una tragedia legata a motivi assolutamente futili. Ed i genitori del 20enne chiedono giustizia ai microfoni di Storie Italiane: «Non si può morire per una cosa così banale, solo perché mio padre voleva fare chiarire due persone. Lui era amico di tutti, conosceva tutti, per questo motivo voleva fare in modo che si chiarissero. Ma non è stato capito, una parola tira l’altra ed è iniziata la discussione. Dalla lite mio figlio ha perso la vita:senza di lui è difficile. Lui mi dà però la forza per andare avanti e per non smettere mai di cercare giustizia. Noi vogliamo che sia una giustizia esemplare ed abbiamo fiducia nella magistratura: vogliamo che questo accada il più presto possibile».
OMICIDIO PAOLO LA ROSA, I GENITORI CHIEDONO GIUSTIZIA
L’omicidio di Paolo La Rosa ha scosso la comunità di Palermo, colpendo al cuore una famiglia per bene: «Mi hanno tolto una parte della mia vita. La mia vita è cambiata, si è trasformata», le parole del padre Carlo ai microfoni di Storie Italiane. Poi la madre sul luogo del delitto, nei pressi di una discoteca: «Mio figlio veniva qua, si divertiva, stava con gli amici: sentiamo questo luogo molto vicino e deve continuare ad essere un luogo di gioia». Infine, un pensiero per la mamma di Willy: «Per me il dolore è molto vivo, ma non ci dobbiamo arrendere: purtroppo è successo, la vita ci ha riservato questa brutta sorpresa, ma dobbiamo avere la forza per potere chiedere giustizia per i nostri figli. Ci deve essere uno scopo a tutto quello che è successo, non è possibile che questo diventi inutile: bisogna avere la forza per andare avanti, con tutto il dolore che teniamo dal cuore».