Il 18enne indagato per l’omicidio del 19enne Paolo Stasi, ucciso nel novembre scorso a Francavilla Fontana (Brindisi), minorenne all’epoca del delitto, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere chiudendosi nel silenzio davanti alle domande del gip. Lo riporta Ansa, secondo cui il giovane, arrestato nei giorni scorsi con altre due persone e ritenuto esecutore materiale dell’omicidio, avrebbe fatto scena muta durante l’interrogatorio di garanzia presso il Tribunale per i minorenni di Lecce.



Il ragazzo, ricostruisce ancora l’agenzia di stampa, si trova in carcere a Brindisi e sarebbe stato sentito dal gip relativamente all’accusa di omicidio volontario. In precedenza, il giudice per le indagini di Brindisi lo avrebbe ascoltato nell’ambito dell’indagine per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Difeso dall’avvocato Leonardo Andriulo, anche in quella circostanza il 18enne si sarebbe si avvalso della facoltà di non rispondere. L’ inchiesta al momento conterebbe otto persone indagate. L’attività investigativa, riferisce inoltre Ansa, avrebbe portato a galla l’ipotesi che l’uccisione di Paolo Stasi sia maturata per un presunto debito di 5mila euro accumulato per droga.



Omicidio Paolo Stasi, il punto sulle indagini e la recente svolta

Il delitto di Paolo Stasi è avvenuto la sera del 9 novembre 2022 a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi. Il giovane fu freddato sotto casa e la caccia ai presunti killer avrebbe avuto una svolta nel recente arresto di tre ragazzi tra cui un minorenne all’epoca dei fatti, che si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere e che risulterebbe indagato per omicidio volontario. Il presunto movente sarebbe legato a un debito di droga di circa 5mila euro, secondo quanto riporta Il Quotidiano di Puglia, e sarebbero in tutto otto le persone iscritte nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta che verterebbe anche sul traffico di sostanze stupefacenti. Fra queste ci sarebbe anche la madre della vittima, riporta Ansa, accusata di detenzione ai fini di spaccio.



Secondo quanto ricostruito da RaiNews, la posizione della donna sarebbe finita al vaglio degli inquirenti a seguito del ritrovamento di alcuni messaggi in chat intercorse con il figlio in cui i due avrebbero parlato di marijuana ceduta loro a cadenza “quasi giornaliera”, riporta ancora Il Quotidiano di Puglia. Tale circostanza sarebbe stata confermata dalla stessa il 24 novembre scorso, ancora non indagata e sentita in caserma come persona informata sui fatti. Le indagini avrebbero fatto emergere l’ipotesi che l’omicidio di Paolo Stasi, commesso con due colpi di pistola, sarebbe maturato proprio nel contesto dello spaccio.