La Procura di Bari ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta bis dell’omicidio di Benedetto Petrone, il giovane militante comunista ucciso con una coltellata la sera del 28 novembre 1977 durante un’azione di un gruppo di coetanei fascisti. Il procedimento a carico di ignoti aperto nel tentativo di individuare i responsabili, come riportato da Ansa, è infatti caduto in prescrizione.



L’unico ritenuto responsabile dell’omicidio resta dunque Giuseppe Piccolo, l’esecutore materiale, che fu condannato in primo grado a 22 anni dalla Corte di Assise di Bari, poi ridotti a 16 in Appello nel 1982. Il giovane, tuttavia, ha scontato la pena in questione soltanto in parte, in quanto si è suicidato in cella soltanto due anni dopo la sentenza di secondo grado. La famiglia di Benedetto Petrone in questi decenni ha sperato che anche gli altri fascisti presenti al momento del delitto venissero condannati, ma ciò non avverrà. Le indagini riaperte nel 2017 non hanno infatti portato ad una conclusione.



Omicidio Petrone: non sono stati

I parenti di Benedetto Petrone, assistiti dall’avvocato Michele Laforgia, non sono riusciti ad ottenere una giustizia completa per l’omicidio. “La storia giudiziaria ha individuato un unico colpevole, negando qualsiasi connessione penalmente rilevante fra i fatti di piazza Prefettura e il clima di violenza e intimidazione di quel periodo. Tutti gli imputati per ricostituzione del partito fascista sono stati alla fine assolti o prosciolti. Ma chi era accanto a Giuseppe Piccolo quando costui ha rincorso e accoltellato a morte Benedetto Petrone? Nessuno di costoro, pur qualificati dalla corte d’Assise di Bari come corresponsabili dell’omicidio è mai stato identificato. Vi sono dunque colpevoli che non sono mai stati processati”, ha affermato il legale.



Le indagini effettivamente hanno stabilito che l’assassinio fu “il risultato di un’azione collettiva preordinata, espressione dello squadrismo fascista”, ma gli altri responsabili non pagheranno. Nei riguardi di questi ultimi non è più possibile procedere penalmente perché l’aggravante dei futili motivi, che avrebbe reso imprescrittibile il reato, è stata esclusa.