A Storie Italiane si torna a parlare del piccolo Evan, il bambino di due anni morto il 17 agosto in seguito alle botte infertegli da Salvatore Blanco, il compagno 32enne della mamma, Letizia Spatola, 23 anni, che non ha mosso un dito per opporsi. Il padre del piccolo, Stefano Lo Piccolo, già alcuni mesi prima aveva denunciato con un esposto i presunti maltrattamenti che il figlio avrebbe subito da parte della coppia. Ospite negli studi di Rai Uno, la zia di Evan, Gessica, ha dichiarato: “Noi abbiamo chiamato gli assistenti sociali per 4 mesi, non ci hanno mai ricevuto in studio per il Covid. C’erano però i social, si potevano mandare foto, potevano chiedere all’avvocato che aveva le foto, i maltrattamenti erano evidenti, era pieno di lividi, era terrorizzato dalla vita, aveva paura anche di essere preso in braccio, aveva paura di una figura maschile. Non era come un bambino di un anno e otto mesi dovrebbe essere. Io le ho chiesto se non era una situazione che poteva gestire lo avremmo mantenuto noi. Lei mi rispondeva sempre con la stessa frase: ‘sono io la mamma’“.



OMICIDIO PICCOLO EVAN: LA ZIA, “VOGLIAMO GIUSTIZIA”

In studio si discute del fatto che al netto delle diverse segnalazioni sulla condizione del piccolo Evan né gli assistenti sociali, né i medici dell’ospedale che per tre volte in 60 giorni si sono visti arrivare il piccolo con evidenti tumefazioni, né gli inquirenti siano intervenuti con prontezza. La zia del bambino, ha aggiunto: “Io l’ultima volta che ho visto il bambino è stata il 5 agosto. Io avevo detto all’assistente sociale che il bambino me lo sarei portato a casa, ma mi disse che sarei stata denunciata per rapimento di minore“. L’avvocato della donna, Lorenza Calabrese, ha chiarito che già nel dicembre 2019 era stato aperto un procedimento nei confronti di Letizia Spatola per maltrattamenti: l’unica relazione dai servizi sociali alla Procura dei Minori di Catania arriva però soltanto a luglio e poi ad agosto perché dall’ospedale di Noto il 6 di luglio parte un referto indirizzato ai carabinieri in cui il sanitario di turno chiese alla mamma di visionare il bimbo da nudo. Dinanzi a questa richiesta la Spatola portò via il bimbo e il medico di turno si accorse di qualcosa che non andava allertando le autorità. La zia, Gessica, chiede “giustizia. Non si sa la verità, chi è colpevole, che è successo con gli assistenti sociali. Non si sa niente, noi vogliamo verità perché mio nipote deve riposare in pace“.

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