Le indagini sull’omicidio di Pierina Paganelli verso una possibile svolta con l’esame dei reperti che potrebbe restituire una risposta decisiva alla domanda delle domande: è stato davvero Louis Dassilva ad ucciderla, come pensa la Procura di Rimini? L’uomo, 34enne senegalese vicino di casa della vittima, è in carcere dal 16 luglio scorso ed è finora l’unico indagato per il delitto della 78enne, commesso il 3 ottobre scorso nei garage sotterranei del palazzo di via del Ciclamino dove ora si concentra nuovamente l’attenzione degli investigatori.



Poche ore fa, infatti, gli esperti della Scientifica sono tornati sulla scena del crimine per un ulteriore sopralluogo notturno comprendente anche una simulazione video dei possibili movimenti dell’assassino la sera dell’omicidio, quando una telecamera nei pressi del luogo in cui Pierina Paganelli è stata uccisa con 29 coltellate avrebbe ripreso un soggetto verosimilmente di colore tornare all’ingresso principale dello stabile in un orario compatibile con quello in cui si è consumato l’assassinio. Nel frattempo, è caccia al Dna del killer tra alcuni degli oggetti isolati sulla scena – anzitutto la gonna della vittima, su cui sarebbe stato individuato un profilo genetico maschile utile ad una comparazione, e quanto contenuto nella sua borsetta – e a casa dell’indagato. Nell’abitazione di quest’ultimo, riporta Il Resto del Carlino, la polizia avrebbe sequestrato un bisturi ritenuto di interesse per l’inchiesta.



Omicidio Pierina Paganelli, ore decisive per chiudere il cerchio e blindare l’accusa a carico di Dassilva

Sono ore decisive, queste, per la Procura di Rimini che intende chiudere il cerchio e blindare l’accusa a carico di Louis Dassilva con ulteriori elementi che potrebbero arrivare dal recente sopralluogo in via del Ciclamino. Stando a quanto emerso, gli investigatori avrebbero provveduto anche al sequestro di altri dispositivi elettronici a casa dell’unico indagato e si guarda al mese di settembre quando saranno disponibili i risultati dell’esame sul Dna maschile rinvenuto in alcuni reperti dell’omicidio di Pierina Paganelli.



La traccia chiave sarebbe stata isolata nel laboratorio dell’Università Tor Vergata, dal team guidato dal genetista Emiliano Giardina, su ben 7 reperti: 5 oggetti della vittima, tra cui la gonna e gli occhiali, un bisturi sequestrato a casa di Louis Dassilva e della moglie, Valeria Bartolucci, e l’impronta su un muro adiacente alla scena del crimine, nell’ala garage sotterranea di via del Ciclamino. È qui che si cerca la potenziale firma del killer che, la notte del 3 ottobre 2023 poco dopo le 22, massacrò la 78enne con 29 coltellate per poi “inscenare” un tentativo di violenza sessuale manipolando gli indumenti della vittima.

Omicidio Pierina Paganelli, la colluttazione prima della fine e gli oggetti rimessi in borsa dall’assassino

L’omicidio di Pierina Paganelli è apparso fin da subito come un agguato teso da qualcuno che conosceva i suoi spostamenti e soprattutto il fatto che, proprio quella notte, la donna era sola senza la nipote con cui solitamente si recava all’incontro del gruppo locale dei testimoni di Geova. Ecco perché, nell’epicentro dell’inchiesta, ha assunto carattere prioritario la ricerca dell’assassino tra i contatti della vittima. Nella cerchia degli attenzionati – il vicino di casa Louis Dassilva e la moglie Valeria, la nuora della vittima Manuela Bianchi e il fratello di quest’ultima, Loris –, soltanto il primo è stato iscritto nel registro degli indagati mentre gli altri sono stati sentiti più volte a sommare informazioni in attesa che si delinei in modo ancora più robusto lo scheletro dell’indagine.

Prima di essere assassinata, Pierina Paganelli avrebbe lottato con il killer e quella colluttazione avrebbe provocato la caduta di alcuni oggetti dalla sua borsa, reperti che l’assassino avrebbe poi toccato per rimetterli all’interno della stessa e che potrebbero custodire una traccia determinante per ricalcare l’identità dell’omicida. Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, oltre agli accertamenti irripetibili sui vestiti dell’anziana e sui suoi effetti personali, in sede di incidente probatorio sono stati disposti tamponi intimi per capire se possa esservi altro materiale biologico su cui lavorare. Per tutti questi esami, però, occorrerà attendere la conclusione della pausa estiva.