L’uomo nella telecamera della farmacia è Louis Dassilva o il suo vicino di casa Emanuele Neri? Il dubbio è sorto recentemente nel caso sull’omicidio Pierina Paganelli: pare che l’operaio si sia riconosciuto dalla maglietta. In virtù del fatto che tale video è considerato la prova regina dalla procura di Rimini, Neri è stato convocato in questura per un faccia a faccia con il pm Daniele Paci che indaga sul delitto.



Al centro del colloquio, dunque, il video della cam 3, che alle ore 22:17 del giorno del delitto riprende una figura di spalle. Per gli investigatori è l’indagato Dassilva, mentre i difensori nutrono dubbi al riguardo. Stando a quanto riportato dal Resto del Carlino, al vicino dell’indagato sono state mostrate 22 registrazioni provenienti dalla telecamera, realizzate in date differenti. Tra l’altro, Emanuele Neri il 10 settembre aveva ritrattato perché, messo di fronte a tre diverse riprese, aveva dichiarato di non avere elementi sufficienti per potersi riconoscere, invece in tv ha ribadito più volte di essersi riconosciuto.



Ora resta da capire cosa ha dichiarato nel nuovo colloquio. Ma comunque sarà decisivo l’incidente probatorio chiesto dalla procura di Rimini. Infatti, il 15 novembre sarà nominato il consulente che svolgerà la comparazione tra Louis Dassilva ed Emanuele Neri: dovrà valutare diversi elementi, dal colore della pelle ai vestiti, passando per altezza, andatura e movimenti.

OMICIDIO PIERINA PAGANELLI, LA RICHIESTA DELLA DIFESA

La difesa, intanto, in un documento di 7 pagine ha chiesto di confrontare le immagini della notte del delitto con un video della stessa cam risalente al 30 settembre: nel filmato Emanuele Neri rientra a caso e, camminando, sembra provocare lo stesso riflesso ripreso nelle immagini della notte del delitto. “La somiglianza delle due sagome è evidente, ma è soprattutto il riflesso della luce di un lampione sugli occhiali ad essere sovrapponibile tra le due immagini“, afferma Quarto Grado nel servizio sull’omicidio Pierina Paganelli.



LA PROVA REGINA DELLA PROCURA DI RIMINI

D’altra parte, la procura di Rimini è convinta che sia Louis Dassilva a passare davanti alla telecamera e che non sia Emanuele Neri, in primis per l’andatura, che risulta essere il 38,37% più veloce di quella dell’operaio, stando ai calcoli fatti con un passaggio tre giorni prima dell’omicidio. Inoltre, Neri aveva dichiarato che la sera dell’omicidio era molto stanco, quindi era tornato camminando molto tranquillamente. C’è poi la retroflessione del braccio, il 35% maggiore di una normale. I periti hanno esaminato ben 172 filmati in cui passava Louis e su di lui la retroflessione sarebbe molto evidente. Inoltre, c’è pure la differenza di altezza che potrebbe aiutare.

LA RICOSTRUZIONE DELLA TESTIMONE

C’è poi la ricostruzione dell’unica testimone della sera del delitto, la vicina di casa che abita al primo piano e con la vittima si era recata alla veglia di preghiera dei testimoni di Genova e che dopo di lei, su una seconda vettura, era tornata a casa.

Come riportato da Quarto Grado, alle 22:18 ha chiamato l’ascensore, che era bloccato, poi ha sentito il rumore di una porta che stride (“Ricordo che ho sentito come una porta che strideva e questa cosa mi ha creato qualche tensione e sono salita velocemente per quanto mi è possibile“), quindi è corsa a casa e infine a sentito il portone chiudersi. Quindi, alle 22:18 c’è qualcuno che si muoveva nel condominio di via del Ciclamino: di chi si tratta? Per la procura di Rimini, è Louis Dassilva.