All’indomani dell’arresto dell’unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, il vicino di casa senegalese Louis Dassilva, si fa strada un sospetto investigativo che morde le cronache con lo spettro di una possibile nuova iscrizione nel registro degli indagati. Dopo l’audizione di Manuela, sentita in questura a Rimini per 7 ore proprio a margine dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’ex amante 34enne, oggi tocca al fratello Loris Bianchi, convocato dagli inquirenti sempre in qualità di persona informata sui fatti e da mesi, insieme alla sorella e alla moglie di Dassilva, Valeria Bartolucci, nel cono degli attenzionati.



Gli inquirenti non escludono che Manuela Bianchi e suo fratello sapessero o sospettassero di un coinvolgimento di Louis Dassilva nel delitto e questo scenario sembra profilarsi alla luce delle evidenze cristallizzate nel provvedimento emesso dal gip a carico dello stesso senegalese. A indicare questa ipotesi p una intercettazione del 4 ottobre 2023, giorno del ritrovamento del cadavere di Pierina Paganelli uccisa la sera prima nell’area garage del condominio di via del Ciclamino con 29 coltellate. Captati nella sala d’aspetto della questura di Rimini, Louis Dassilva e Manuela Bianchi avrebbero parlato dell’accaduto con frasi che, secondo chi indaga, potrebbero essere ricondotte a una presunta consapevolezza della donna sul presunto ruolo dell’amante: “Tra noi però le cose non cambiano“, le avrebbe detto Dassilva. Nella stessa conversazione, riporta Il Resto del Carlino, l’uomo le avrebbe chiesto rassicurazioni sul fatto che non dovessero “temere niente per questa cosa“, verosimilmente per l’omicidio. Parole che per il gip, ricostruisce ancora RaiNews, potrebbero rappresentare la chiave di una potenziale confessione. In quel momento, secondo gli investigatori, Manuela Bianchi, portandosi la mano sul volto a coprire gli occhi, avrebbe avuto la chiara percezione che l’assassino potesse essere Louis Dassilva.



Omicidio Pierina Paganelli, l’intercettazione di Manuela Bianchi con suo fratello Loris: “È stato per colpa mia…”

Secondo gli investigatori, però, a questa intercettazione immediatamente successiva al delitto se ne aggiungerebbe un’altra risalente al gennaio 2024, stavolta riguardante una conversazione tra Manuela Bianchi e suo fratello Loris.

È stato per colpa mia – avrebbe detto la nuora di Pierina Paganelli –, per questo non mi posso perdonare, non dovevo mandare fuori di testa nessuno. È per quello che dico che delle volte succede qualcosa“. Per chi indaga, questa sarebbe una prova del sospetto della donna nei confronti di Dassilva e del presunto movente: l’aver ucciso la 78enne per “proteggere” la loro relazione clandestina e impedire a Pierina Paganelli di gettare la nuora nello scandalo davanti ai Testimoni di Geova. Dalle oltre 100 pagine dell’ordinanza del gip a carico del senegalese, riporta RiminiToday, emerge inoltre la sussistenza di un possibile pericolo di fuga: l’indagato sarebbe stato in possesso di un biglietto aereo per il Senegal, suo Paese d’origine, elemento ulteriore che avrebbe spinto per la necessità di custodia cautelare.



Il movente dell’omicidio di Pierina Paganelli tracciato dal gip nell’ordinanza a carico di Louis Dassilva

A tracciare il profilo del presunto movente dell’omicidio di Pierina Paganelli è il gip che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Louis Dassilva, ex amante di Manuela Bianchi. Secondo il giudice per le indagini preliminari, “l’azione rileva un movente fomentato da rancori personali” ed “è stata fulminea“. Nel provvedimento con cui è stata disposta la misura restrittiva per il 34enne senegalese, si legge inoltre che “pertanto dovevano essere perfettamente conosciute le abitudini dell’anziana ed anche i luoghi, conoscenza che a Dassilva era assicurata non solo dal rapporto con Bianchi Manuela, ma anche dalla posizione della finestra del suo balcone, che affaccia sulla rampa del garage e permetteva di assistere all’arrivo dell’autovettura della vittima“.

L’omicidio di Pierina Paganelli si è consumato in brevissimo tempo, come evidenziato dal gip. La donna sarebbe stata colpita con 29 coltellate in rapida successionedelle quali – riporta il giudice nel provvedimento – una delle ultime aveva attinto la regione sottoclaveare destra raggiungendo l’aorta intrapericardica, cagionandone li decesso dopo pochi secondi“. A carico di Louis Dassilva, il gip ha riconosciuto la sussistenza delle tre aggravanti contestate nella richiesta di misura cautelare: “avere commesso il fatto per futili motivi, avere agito con crudeltà nei confronti della vittima e avere approfittato di condizioni di tempo, di luogo e di persona tali da ostacolare la privata difesa“. Nella nota diffusa dalla Procura di Rimini sui contenuti cardine dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Dassilva, si precisa che il gip ha individuato il movente proprio “nella relazione amorosa (e nel timore della sua scoperta), che univa come unisce l’indagato a Manuela Bianchi“. Ed è in questo passaggio che ritorna, con prepotenza, l’ipotesi di una prosecuzione della loro relazione extraconiugale anche dopo l’omicidio.

Le immagini che avrebbero incastrato Louis Dassilva, arrestato per l’omicidio di Pierina Paganelli

A contribuire al pesantissimo quadro accusatorio, le immagini della telecamera della vicina farmacia che avrebbero ripreso un soggetto di “carnagione scura” in prossimità della scena del crimine, di ritorno verso il portone principale del palazzo, e in orario di notevole interesse perché compatibile con i frangenti immediatamente successivi all’omicidio di Pierina Paganelli.

Scrive il gip che “la videoripresa, per la scarsa qualità dell’immagine, non ha consentito una sovrapposizione comparativa quanto ai tratti fisiognomici tra il soggetto ripreso ed altre persone” ma ha fornito comunque “un importante elemento individualizzante costituito dalla particolarità di un marcato movimento della spalla destra, molto sovrapponibile a quello riscontrato in video ritraenti Dassilva“. L’identificazione, secondo gli investigatori, risulta quindi confermata. E accertamenti sono stati svolti anche in merito alle tempistiche e, in particolare, “per verificare se l’intervallo tra la commissione dell’omicidio e l’orario della ripresa della telecamera (22:17) fosse compatibile con quello richiesto per percorrere il tragitto tra il vano, ove era avvenuta l’aggressione e il ritorno al condominio del civico 31“. Verifiche che, scrive il gip, “hanno avuto esito positivo“.