Il giallo di Rimini denso di ombre, e una soluzione che ancora non si trova. La caccia al killer di Pierina Paganelli, uccisa con 29 coltellate la notte del 3 ottobre scorso nell’area garage del condominio di via del Ciclamino dove viveva, continua e una risposta preziosa ai tanti interrogativi che costellano l’omicidio potrebbe arrivare dall’analisi dei reperti della scena del crimine.



Un assorbente, una maglia e la borsa della vittima sarebbero gli oggetti a cui gli inquirenti danno maggiore attenzione per provare a dare un nome e un volto all’assassino. Lo riporta Il Resto del Carlino, secondo cui si tratta di elementi che potrebbero celare la firma di chi ha ucciso Pierina Paganelli al suo ritorno dal consueto incontro con il suo gruppo di Testimoni di Geova. Per scoprire se l’identità dell’autore dell’omicidio di Pierina Paganelli sia impressa in uno di quegli oggetti occorrerà attendere l’esito degli accertamenti tecnici irripetibili che sono iniziati lo scorso 11 luglio con la formula dell’incidente probatorio. I risultati sono attesi per il mese di agosto, mentre tra poche ore la nuora di Pierina Paganelli, Manuela Bianchi, dovrebbe essere sentita nuovamente in questura a sommarie informazioni testimoniali. Al centro delle domande di polizia e pm, la sua relazione clandestina con l’unico finora indagato per l’omicidio, il vicino di casa senegalese Louis Dassilva.



I reperti dell’omicidio di Pierina Paganelli al setaccio: caccia alla firma del killer su assorbente, maglia e borsa della vittima

L’analisi degli esperti incaricati dalla Procura di Rimini che lavora a risolvere l’omicidio di Pierina Paganelli si concentra anzitutto sui 29 tagli, di diverse dimensioni, isolati su corpo e indumenti della vittima, esito delle altrettante coltellate inferte a Pierina Paganelli quella notte di ottobre in cui fu uccisa da una mano ancora ignota.

Al vaglio la maglia della 78enne sulla quale potrebbe trovarsi una traccia dell’assassino, a partire, riporta ancora Il Resto del Carlino, dal taglio all’altezza della clavicola destra dove sarebbe localizzata la coltellata rivelatasi fatale. Una parte delle speranze degli inquirenti si condensa sugli esami condotti su un assorbente che Pierina Paganelli avrebbe indossato la sera del delitto. Il motivo è presto detto: quando il killer ha tagliato l’intimo, verosimilmente nel tentativo di depistare e dirottare le indagini sul movente di una presunta violenza sessuale, il coltello sarebbe entrato in contatto proprio con l’assorbente poi gettato all’interno della borsa della donna (sul cui manico sarebbero state evidenziate presunte tracce ematiche).