Domani celebreremo i 40 anni dall’omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione siciliana ucciso a Palermo, e il 2022 deve essere l’anno della verità. Questo il parere di Antonio Balsamo, Presidente del Tribunale di Palermo, ai microfoni di Adnkronos: «Il contesto in cui matura l’omicidio di Piersanti Mattarella merita di essere oggetto di una riflessione storica approfondita».



Nel corso della lunga intervista, Antonio Balsamo ha rimarcato: «Il 2022 è un anno importante, in cui ricorderemo il 30esimo anniversario delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, ma anche il 40simo anniversario dell’omicidio Dalla Chiesa. Spero che sia un anno in cui l’affermazione del diritto alla verità faccia dei passi significativi. È un compito che spetta anche alla magistratura ma è interesse dell’intera collettività».



ANTONIO BALSAMO SULL’OMICIDIO DI PIERSANTI MATTARELLA

Sull’omicidio di Piersanti Mattarella ci sono state impostazioni molto diverse tra loro nel corso del tempo, ha aggiunto Antonio Balsamo, e non ha escluso l’ipotesi di rivisitare la storia di certe vicende del nostro Paese, accendendo i riflettori sul rapporto tra il potere mafioso ed ambienti eversivi di destra. Tornando sull’ordinanza sentenza del giudice istruttore Natoli del giugno 1991, il presidente del Tribunale di Palermo ha puntato il dito su questo scenario: «Si dice che l’omicidio Mattarella viene attuato in virtù di un pactum sceleris tra esponenti della Destra eversiva e Cosa nostra e che questa alleanza criminosa può apparire singolare soltanto ad una osservazione superficiale. Perché risultano non occasionali e articolati rapporti tra ambienti del terrorismo nero, della criminalità di tipo mafioso e della criminalità politico-economica. In buona sostanza, viene tracciato il quadro di un omicidio politico-mafioso. Questa impostazione di fondo non viene sviluppata ulteriormente sul piano dell’esito decisorio dalla sentenza emessa in primo grado, che però contiene degli elementi interessanti»

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