Omicidio Renata Rapposelli: le contraddizioni di Simone e Giuseppe Santoleri

La trasmissione Un giorno in pretura torna ad occuparsi anche in questo appuntamento di sabato 11 giugno, su Rai3, dell’omicidio di Renata Rapposelli. Si intitola “Riunione di famiglia” la nuova puntata in onda a mezzanotte e trenta e riprenderà il filo interrotto nella precedente approfondendo le tappe del giallo della pittrice di Ancona di 64 anni, misteriosamente scomparsa il 9 ottobre 2017 e rinvenuta cadavere un mese dopo, lungo il fiume Chienti, a Tolentino. A distanza di tre mesi dal ritrovamento del cadavere, l’ex marito Giuseppe Santoleri, pensionato di 67 anni e il figlio Simone, 43 anni disoccupato, furono arrestati con l’accusa di concorso in omicidio volontario e soppressione di cadavere.



Un arresto giunto dopo lunghi accertamenti compiuti sul luogo del ritrovamento del corpo di Renata Rapposelli ma anche sulle auto, sui computer e sui telefoni dei due uomini che risultavano iscritti nel registro degli indagati dal 3 novembre precedente, ovvero una settimana prima del ritrovamento del cadavere della pittrice. Il 12 novembre 2017, il giorno successivo al ritrovamento del cadavere dell’ex moglie, Giuseppe Santoleri tentò il suicidio ingerendo una massiccia dose di ansiolitici. A tradire i due uomini, tuttavia, sarebbero state le loro stesse dichiarazioni. Dopo il loro arresto, infatti, Simone si sarebbe lasciato andare ad alcune confidenze con gli altri carcerati mentre Giuseppe avrebbe ritrattato tutto portando a galla un’altra verità.



Renata Rapposelli mai arrivata al Santuario di Loreto: le bugie dei due familiari

Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, Renata Rapposelli il 9 ottobre 2017 raggiunse la casa gi Giulianova, in treno, dove abitavano l’ex marito ed il figlio, con l’intento di recuperare circa 1800 euro di alimenti che il suo ex le doveva. Secondo il racconto dei due uomini però, l’incontro si sarebbe trasformato in una lite al culmine della quale Simone avrebbe chiesto al padre di riaccompagnare la madre a casa. Renata sarebbe allora salita sulla Fiata 600 bianca guidata dall’uomo che avrebbe imboccato la statale verso Ancona ma il viaggio si sarebbe interrotto nei pressi del Santuario di Loreto a causa dell’ennesima lite. La donna si sarebbe quindi allontanata a piedi e lui sarebbe tornato a casa.



Una versione che tuttavia non aveva affatto convinto gli inquirenti, soprattutto dopo la testimonianza di Simone, piena di dettagli e dai telefoni di Simone, Giuseppe e Renata, spenti contemporaneamente il giorno della scomparsa della pittrice. A ciò si andrebbe ad aggiungere anche la testimonianza di una farmacista che andava a scontrarsi con le dichiarazioni del figlio della vittima. Contraddizioni che avrebbero portato al loro arresto. In carcere, dopo la condanna in primo grado Simone Santoleri avrebbe tentato più volte il suicidio. Il 16 dicembre scorso, in Appello, i giudici hanno confermato la condanna a carico del figlio di Renata Rapposelli, a 27 anni di carcere, mentre quella del padre fu ridotta passando da 24 a 18 anni.