Alessandro Pasini in carcere. L’uomo, condannato in via definitiva per l’omicidio di Sabrina Beccalli, è stato prelevato nella sua abitazione nella mattinata di martedì dai carabinieri. I militari gli hanno notificato l’ordine di esecuzione della procura generale di Brescia della condanna definitiva a 18 anni e otto mesi di reclusione. La prima sezione penale della Cassazione lunedì aveva confermato la condanna come colpevole dell’omicidio volontario della 39enne amica di lunga data, delitto che è avvenuto la notte di Ferragosto del 2020 a Crema. La Suprema Corte aveva accolto la richiesta della procura generale di respingere il ricorso della difesa e confermare la condanna uscita dal processo di secondo grado a Brescia.
Come riportato da Il Giorno, dalla pena vanno però detratti 14 mesi, perché Alessandro Pasini li ha già scontati in detenzione. Il 10 marzo di quest’anno la Corte d’Assise d’appello aveva inflitto la condanna al 48enne per omicidio volontario, distruzione di cadavere, avendo caricato il corpo di Sabrina Beccalli in auto, incendiandola nelle campagne di Vergonzana) e danneggiamento dell’auto.
OMICIDIO SABRINA BECCALLI: CONFERMATA SENTENZA D’APPELLO
La sentenza d’appello aveva stabilito anche una provvisionale di 235mila euro a favore del figlio di Sabrina Beccalli e di 65mila euro a testa per i tre fratelli della vittima dell’omicidio. Peraltro, il collegio bresciano aveva ribaltato la sentenza di primo grado, arrivata il 29 ottobre 2021 a Cremona col rito abbreviato.
Infatti, il giudice dell’udienza preliminare, Elisa Mombelli, aveva assolto Alessandro Pasini stabilendo che il fatto non sussiste per l’omicidio, ma lo aveva condannato a 6 anni di carcere (erano nove anni, ridotti di un terzo per la scelta del rito abbreviato) per la distruzione del cadavere e l’incendio dell’auto. Inoltre, il gup aveva assolto l’imputato perché il fatto non sussiste anche dall’imputazione di crollo di edificio. Prima di lasciare l’appartamento dove era morta Sabrina Beccalli aveva tagliato il tubo del gas. Il corpo della vittima, inizialmente scambiato per la carcassa carbonizzata di un cane, era finito in discarica.