Anastasiya Kylemnyk ha rischiato di mandare a monte le indagini sull’omicidio di Luca Sacchi, 24enne ucciso con un colpo di pistola il 23 ottobre 2019 fuori da un pub di Roma. Lo sostengono i giudici della Corte d’Assise d’Appello nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso primo giugno hanno confermato la condanna a 27 anni di carcere per Valerio Del Grosso, autore materiale del delitto. I giudici avevano ridotto, invece, a 14 anni e 8 mesi la pena al complice nell’aggressione, Paolo Pirino, e a colui che aveva fornito l’arma del delitto, Marcello De Propris. Invece, alla fidanzata di Luca Sacchi, accusata di aver violato la legge sugli stupefacenti, è stata confermata la pena di 3 anni di reclusione.



Per i giudici Anastasiya Kylemnyk «ha messo in atto un vero e proprio depistaggio», mettendo appunto a rischio le indagini, mentre la tesi di Del Grosso, secondo cui il colpo di pistola fu accidentale, «è completamente destituita di fondamento». A costare la vita a Luca Sacchi una maxi compravendita di droga organizzata da Giovanni Princi, già condannato per spaccio, e commissionata a Del Grosso e Pirino. La vittima era fuori da un pub nel quartiere Appio Tuscolano quando si scatenò la violenza. Prima fu aggredita Anastasiya con un bastone per sottrarle i 70mila euro che dovevano servire per l’acquisto di marijuana e che, secondo i pusher, aveva nello zaino. Dopo la reazione di Luca Sacchi intervenne Del Grosso, sparandogli alla testa con una pistola fornitagli da De Propris.



OMICIDIO LUCA SACCHI, MOTIVAZIONI SENTENZA D’APPELLO

Per i giudici la pistola è stata consegnata «con la piena consapevolezza che Del Grosso l’avrebbe in qualche modo utilizzata per levare al gruppo dell’Appio i soldi destinati al pagamento della droga, e, cioè, per compiere una rapina», reato di cui è stato ritenuto responsabile anche Pirino. De Propris e Pirino, a differenza di Del Grosso, non sono stati condannati per omicidio volontario, ma per «concorso anomalo» in omicidio, una forma attenuata del reato. Nelle motivazioni si spiega che «De Propris, con la consegna della pistola da cui è partito il colpo letale, ha compiuto un’azione che ha contribuito alla causazione dell’evento morte. Pirino, nello svolgimento della prima parte dell’azione predatoria, ha determinato l’intervento omicida di Del Grosso». Invece, la difesa del killer non è stata giudicata credibile.



Per i giudici la versione allude ad una «sorta di accidentalità, peraltro ipotetica, (..) che tradiscono la mancanza di convinzione nel sostenere tale narrazione». Tornando ad Anastasiya Kylemnyk, fidanzata di Luca Sacchi, i giudici evidenziano «ha fornito il suo contributo a un’attività con oggetto materiale considerevole (15 Kg di marijuana), e ha tenuto un comportamento successivo al reato tutt’altro che commendevole». Inoltre, ha attuato «un vero e proprio depistaggio (quando non era neanche sottoposta a indagini), proteggendo l’identità dei contatti di Giovanni Princi» e, soprattutto, «assicurandogli il mantenimento del possesso della ragguardevole somma destinata al pagamento della droga». I giudici concludono che «con le sue menzogne ha rischiato di pregiudicare le indagini concernenti l’omicidio del fidanzato».