Continuano ad emergere novità in merito all’omicidio di Luca Sacchi, ed in particolare, attorno alla figura di Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata del 24enne ucciso a fine ottobre. Stando a quanto avrebbe riferito Giorgia, la fidanzata di Valerio Del Grosso, nel portafoglio dell’ucraina ci sarebbe stata della droga (dosi di marijuana) la sera dell’omicidio. Lo scrive stamane TgCom24.it, riportando quanto emerso dall’interrogatorio di Giorgia da parte dei magistrati. Inoltre, sempre nello stesso portafogli, e stando al racconto della giovane, vi erano diverse sim. Secondo i pm, quindi, la disponibilità di denaro di Anastasiya (il 17 ottobre aveva depositato una caparra di 900 euro), e i vari indizi emersi, farebbero pensare, ma il tutto è ancora da accertare e dimostrare, che la stessa si mantenesse con lo spaccio, avendo un lavoro da baby sitter che le fruttava solo 300 euro al mese. Intanto i legali della famiglia Sacchi sono usciti allo scoperto nelle scorse ore, ribadendo l’estraneità del figlio al presunto traffico di droga, e smentendo la tesi di Munoz secondo cui il giovane personal trainer sapesse tutto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



OMICIDO LUCA SACCHI: LE NUOVE PAROLE DELLA MADRE DELLA VITTIMA

Nuovi importanti aggiornamenti sull’omicidio di Luca Sacchi, nuovi dettagli a proposito dell’esatta ricostruzione di quanto accaduto quella tragica notte dello scorso 23 ottobre 2019. Secondo quanto riporta Repubblica, da un’informativa si apprende che il 24enne litigava con la fidanzata Anastasiya perchè «fumava le canne». Liti per la droga, dunque, come evidenziato dalla madre: «In vacanza Concetta Galati (madre di Sacchi) e il marito Alfonso Sacchi erano andati a prendere il figlio Federico Sacchi presso un appartamento in uso a Giovanni Princi. Al loro arrivo si era affacciato solo il figlio Luca. Poi, dal figlio Federico la Galati aveva appreso che quella sera Anastasia, Giovanni Princi e Clementina Florentina Burcea stavano fumando canne e per tale ragione il figlio Luca si arrabbiava con loro». Si legge ancora: «Poi, in un’altra occasione sempre in vacanza, andammo a prendere mio figlio Federico lì dove abita Princi e si affacciò solo Luca. Mi raccontò poi mio figlio Federico che Anastasia, Princi e la fidanzata fumavano canne e Luca si era arrabbiato». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



OMICIDIO SACCHI: “ANASTASIYA DISSE A LUCA CHE TUTTO ERA OK”

Emergono novità importanti rispetto all’omicidio di Luca Sacchi e al ruolo della fidanzata Anastasiya dal verbale dell’audizione di Domenico Costanzo Marino Munoz, amico del personal trainer ucciso a Roma lo scorso 23 ottobre, depositato dalla Procura di Roma nell’ambito dell’udienza davanti al tribunale del Riesame. “Anastasia ha detto a Luca: ‘Tutto a posto’. Luca non ha detto nulla ma ha annuito con la testa. Io non ho chiesto nulla“, queste le parole pronunciate da Munoz in qualità di persona informata sui fatti nell’ambito dell’indagine sull’omicidio. Come riportato dall’Ansa, Munoz ha raccontato quanto avvenuto prima e dopo il colpo di pistola esploso da Valerio Del Grosso costato la vita di Luca Sacchi: “Giovanni Princi (altro amico di Luca, arrestato per il tentativo di acquisto di droga, ndr) ci ha salutato sul marciapiede di via Bartoloni mentre eravamo presenti io, Luca ed Anastasia“. Secondo Munoz, poi Anastasiya “si è allontanata. Non ho visto cosa facesse perché si trovava alle nostre spalle e avrà detto qualcosa a Luca che io non ho percepito“.



OMICIDIO LUCA SACCHI: L’AUDIZIONE DELL’AMICO

Il racconto di Munoz prosegue: “Anastasia aveva lo zaino in spalla e credo che sia tornata indietro verso via Latina, ma non l’ho vista perché io e Luca avevamo già svoltato l’angolo su via Mommsen. La fidanzata di Luca dopo circa due minuti ci ha raggiunti e ha detto a lui: ‘tutto a posto!“. Dalle parole di Munoz si potrebbe intuire, dunque, che Luca Sacchi fosse a conoscenza dello scambio tra soldi e droga in programma quella notte. Munoz ha aggiunto:”La sera dell’aggressione ho percepito che Luca, Anastasia, Giovanni Princi e le persone notate in via Latina stavano facendo qualcosa di poco lecito e, come da mia abitudine, ho preferito farmi i fatti miei“. Munoz ha poi confermato che l’oggetto dello scambio fosse a suo avviso una partita di droga: “Da quello che ho appreso durante questo periodo dai giornali ritengo molto verosimile che la sera dell’aggressione Luca, Anastasia, Princi, i due soggetti conosciuti da quest’ultimo e probabilmente i due aggressori, avessero concordato una cessione o l’acquisto di sostanze stupefacenti. Non penso proprio che nella nostra passione della moto qualcuno abbia fatto traffico di moto o parti di esse, rubati. Anzi lo escludo“.