Svolta nel caso dell’omicidio di Salvatore Lupo avvenuto a Favara lo scorso Ferragosto. L’uomo fu ucciso in un bar nel centro del paese in provincia di Agrigento con tre colpi di pistola. A distanza di quasi un mese alle 5.00 di oggi i Carabinieri della compagnia di Agrigento hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto nei confronti di Giuseppe Barba, 66enne ritenuto il responsabile dell’uccisione dell’imprenditore. L’uomo, come sottolineato anche da Repubblica.it, sarebbe l’ex suocero della vittima. Sin da subito le indagini avviate dai Carabinieri di Favara, coordinati dalla Compagnia di Agrigento, avevano percorso la pista del delitto in ambito familiare.
Secondo le prime ricostruzioni, il 45enne fu ucciso a distanza ravvicinata, colpito alla guancia destra, alla spalla destra ed alla regione temporale sinistra, come emerso anche dall’autopsia. Nel corso delle indagini furono raccolte le testimonianze che insieme alle diatribe tra le parti già note alle forze dell’ordine evidenziarono un rapporto conflittuale tra la vittima, l’ex moglie ed il padre di quest’ultima per ragioni di interessi economici legati alla separazione tra i due coniugi.
Omicidio Salvatore Lupo a Favara: ex suocero incastrato da telecamere e tracce piombo
A permettere agli inquirenti di giungere al nome del presunto assassino di Salvatore Lupo è stata l’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza nei pressi del luogo del delitto. Queste hanno permesso di ricostruire le principali fasi dell’omicidio di Favara. Dai filmati è emerso che l’auto di Lupo intorno alle 17.43 si diresse verso il bar. Dopo pochi minuti dal suo ingresso nel locale, si vede transitare l’auto dell’ex suocero che, una volta parcheggiata, si dirige anche lui nel bar. A quel punto le telecamere ripresero un fuggi fuggi generale in seguito ai colpi di pistola.
A quel punto il 66enne si sarebbe allontanato a bordo della sua auto. Ulteriore prova a scapito dell’ex suocero, arriva dai Ris di Messina che hanno rilevato la presenza di numerose particelle di piombo sugli indumenti dell’uomo e nella sua auto, riconducibili all’esplosione di colpi di arma da fuoco. Alla luce degli importanti indizi di colpevolezza, a Procura della Repubblica di Agrigento ha emesso il Decreto di fermo di indiziato a carico del 66enne che è stato condotto nel carcere di Agrigento in attesa di essere interrogato nei prossimi giorni. A carico del presunto killer le accuse di omicidio con l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi, di porto e detenzione abusivo di armi comune da sparo.