14 anni dopo l’omicidio di Sarah Scazzi, il fratello Claudio torna a parlare e ripercorre le dolorose tappe della tragedia. La 15enne sparì nel primo pomeriggio del 26 agosto 2010 in provincia di Taranto, dopo essere uscita di casa per andare al mare con la cugina, Sabrina Misseri. Quest’ultima è finita in carcere insieme alla madre Cosima Serrano, zia materna della vittima, entrambe condannate all’ergastolo in via definitiva per il caso poi ribattezzato “il delitto di Avetrana“.



Figura chiave della vicenda, Michele Misseri, marito e padre delle due condannate: lo zio di Sarah Scazzi si autoaccusò dell’uccisione della nipote per poi chiamare in correità la figlia e, infine, tornare a dirsi unico responsabile della sua morte. Il corpo di Sarah Scazzi fu ritrovato 42 giorni dopo la scomparsa proprio su sua indicazione, gettato in un pozzo in un terreno di sua proprietà in contrada Mosca. Lo zio Michele Misseri fu condannato a 8 anni di reclusione per occultamento di cadavere, oggi è libero ed è tornato a vivere nella villetta di via Grazia Deledda dove si sarebbe consumato il delitto.



Omicidio Sarah Scazzi: le parole del fratello Claudio 14 anni dopo il delitto di Avetrana

Claudio Scazzi ha seguito ogni passaggio della vicenda giudiziaria scaturita dall’omicidio della sorellina 15enne, Sarah Scazzi, assassinata a casa degli zii Michele Misseri e Cosima Serrano. Secondo la giustizia, a commettere il delitto di Avetrana furono quest’ultima e sua figlia, mentre l’uomo sarebbe stato coinvolto soltanto nella fase conclusiva e cioè per disfarsi del corpo della ragazzina. 

Michele Misseri ha fornito una serie di versioni constrastanti prima di essere condannato in via definitiva a 8 anni per l’occultamento del cadavere della nipote. Ancora oggi sostiene di essere l’assassino e unico colpevole dell’omicidio, non creduto dai giudici. “Per me conta quello che è emerso a processo – ha ribadito Claudio Scazzi ai microfoni di Fanpage, Michele non l’ho più rivisto. Inizialmente ha detto una cosa per un motivo, poi ha cambiato versione per un altro motivo. Sono sempre stato convinto che mia sorella sarebbe stata una persona valida nella vita. Quel giorno, mia madre mi chiamò per dirmi che Sarah non si trovava. Ricevetti quella telefonata e fui catapultato in un mondo totalmente differente“. Il fratello di Sarah Scazzi, nel ripercorrere le tappe della drammatica storia che ha segnato per sempre la sua famiglia, ha sottolineato che uno dei momenti indelebili è sicuramente l’aver sentito in aula, durante i processi, “la voce di Sabrina, di Cosima, di Michele, di chi ha commesso il reato“.



Dalla cella dove scontano l’ergastolo, Sabrina Misseri e Cosima Serrano (quest’ultima sorella della madre della vittima, Concetta), insistono nel protestarsi estranee al delitto di Avetrana. Secondo i giudici, però, furono loro ad uccidere Sarah Scazzi senza pietà al culmine di una serie di tensioni maturate nel tessuto del rapporto tra cugine forse per un giovane conteso, Ivano Russo. Le due donne sperano ancora nella revisione del processo e tempo fa rilasciarono un’intervista a Franca Leosini, in onda con Storie Maledette, per dire ancora una volta ciò a cui la giustizia non ha mai creduto: “Siamo innocenti”.