SERENA MOLLICONE: SIAMO A UNA SVOLTA?
Terminerà il 24 giugno 2024 la requisitoria del processo d’appello per l’omicidio di Serena Mollicone, la ragazza di Arce sparita il primo giugno 2001 e il cui cadavere fu trovato tre giorni dopo, ma intanto ci sono le richieste di condanna, che riguardano in particolare la famiglia Mottola. Per quanto riguarda il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, l’accusa ha chiesto una pena di 24 anni, mentre per la moglie Annamaria di 22 anni, di 21 anni per il figlio Marco. Il pg Francesco Piantoni e il sostituto procuratore Deborah Landolfi presso la Corte d’appello hanno chiesto, mentre l’assoluzione per i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale, gli altri due imputati: nel primo caso per prescrizione, l’altro in quanto gli indizi raccolti non sono ritenuti sufficienti per essere considerati come prove.
Nel processo di primo grado, gli imputati erano stati tutti assolti, il processo d’appello riprenderà lunedì: dopo la fine della requisitoria dei pm, interverranno i legali delle parti civili. Invece, nei primi giorni di luglio sono previsti quelli della difesa, pertanto dopo le repliche è attesa la sentenza, che dovrebbe arrivare entro la metà del prossimo mese, secondo l’ipotesi dell’Ansa. In base a quanto ricostruito dall’accusa, Serena Mollicone entrò nella caserma dei carabinieri di Arce, in particolare nell’alloggio dei Mottola, dove si sarebbe verificata una lite, durante la quale la ragazza avrebbe battuto la testa contro il montante di una porta, perdendo i sensi, ma i Mottola, anziché aiutarla, l’avrebbero lasciata morire per poi abbandonarla nel bosco dove è stata ritrovata.
OMICIDIO SERENA MOLLICONE: “INDAGARE TRE TESTIMONI PER FALSA TESTIMONIANZA”
Per tre testimoni chiave del processo per l’omicidio di Serena Mollicone c’è stata la richiesta di trasmissione per falsa testimonianza. Lo precisa l’Agi, facendo il nome di Annarita Torriero, ex amante del brigadiere Santino Tuzi, la quale chiamata a testimoniare in primo grado negò che l’ex compagno si sfogò con lei, come invece emerso da una intercettazione. L’altro testimone che rischia di essere accusato di falsa testimonianza è il marito della Torriero, Massimiliano Gemma, che a detta di una teste attendibile, De Fonseca, avrebbe avuto una lite con la moglie dopo un interrogatorio in procura a Cassino in relazione a quanto la donna sapesse riguardo quanto accaduto nella caserma di Arce, ma Gemma nel processo ha negato tutto ciò e screditato De Fonseca, che invece si è rivelata una testimone importante e attendibile. Il terzo testimone che andrebbe indagato per falso è Giampaolo Tomaselli, collega del carrozziere Carmine Belli che è stato assolto al termine del processo di primo grado.